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Divorzio consensuale: come funziona?

5 aprile 2023

Il divorzio consensuale serve a porre fine al matrimonio, eliminando ogni vincolo legale con l'ex coniuge. Solo il divorzio, infatti, diversamente dalla separazione, pone fine al diritto di successione e consente di risposarsi.

Vi sono numerose questioni legate ai divorzi consensuali. Tenteremo di fornire una guida esaustiva rispondendo alle domande più comuni: quali sono le differenze tra divorzio consensuale e giudiziale? Quali sono i requisiti e i documenti richiesti? Quali sono le procedure da seguire? Quanto costa e chi copre le spese del divorzio?

Inoltre, è stato recentemente introdotto il metodo della negoziazione assistita dagli avvocati, che permette di formalizzare un divorzio consensuale in tempi ridotti senza ricorrere alla procedura in tribunale. Questi due approcci sono alternativi e possono essere più o meno convenienti a seconda delle circostanze.

Divorzio consensuale
Divorzio consensuale: come funziona?

Differenze tra divorzio consensuale e giudiziale

Innanzitutto, è importante chiarire che non sempre si può procedere congiuntamente. Il divorzio consensuale, come suggerisce il nome e analogamente alla separazione consensuale, richiede l'accordo di entrambi i coniugi: è necessario condividere non solo l'intenzione di divorziare ma anche il contenuto dell'accordo stesso.

Se non si raggiunge un accordo su ogni punto, l'unica opzione rimane la procedura giudiziale. In questo caso, ciascun coniuge può rivolgersi al tribunale, che poi convoca anche l'altro coniuge.

Questa procedura alternativa è più lunga e onerosa. Come per la separazione, verrà fissata innanzitutto un'udienza preliminare in cui il giudice stabilirà le misure provvisorie (assegno per il coniuge, assegni per i figli, assegnazione della casa coniugale, ecc.). Successivamente, il processo continuerà con ulteriori documenti e possibili prove. Solo dopo qualche anno di procedura, il giudice emetterà la sentenza di divorzio giudiziale (tuttavia, è possibile richiedere una sentenza parziale riguardante solo lo stato civile, in modo che il divorzio venga dichiarato immediatamente e il processo prosegua solo sugli aspetti economici).

Quando è possibile chiedere il divorzio consensuale?

In generale, il requisito fondamentale per richiedere il divorzio consensuale è la precedente dichiarazione di separazione.

Nel sistema giuridico italiano, è solitamente necessario prima separarsi e poi richiedere il divorzio, sia esso consensuale o giudiziale.

In particolare, è previsto che tra la separazione e il divorzio debbano trascorrere almeno 6 mesi nel caso di separazione consensuale, mentre 12 mesi se la separazione è avvenuta in via giudiziale.

Il periodo di 6 mesi inizia non dalla sentenza, ma dal momento immediatamente precedente in cui i coniugi si presentano davanti al giudice.

Esistono, tuttavia, alcuni casi specifici in cui è possibile ottenere il divorzio consensuale immediatamente, senza una precedente separazione. Questi includono situazioni in cui il coniuge ottiene lo scioglimento o l'annullamento del matrimonio all'estero, oppure quando il coniuge contrae un altro matrimonio all'estero; se uno dei coniugi ha commesso reati particolarmente gravi; nel caso in cui il matrimonio non sia stato consumato; o se è passata in giudicato la sentenza di rettificazione dell'attribuzione del sesso.

Divorzio consensuale: quali sono i documenti da produrre?

Per avviare il processo di divorzio consensuale, è necessario allegare alcuni documenti al ricorso da presentare in tribunale.

Di solito, si richiedono:

  • i certificati di residenza e di stato famiglia dei coniugi;
  • le dichiarazioni dei redditi degli ultimi tre anni dei coniugi;
  • la copia autentica dell'atto di matrimonio con annotata la separazione, da richiedere presso il Comune in cui è stato celebrato il matrimonio;
  • la copia autentica della sentenza di separazione.
La riforma Cartabia ha poi precisato che, oltre ai documenti già indicati è necessario produrre anche:

  • la documentazione attestante la titolarità di diritti reali su beni immobili e beni mobili registrati, nonché di quote sociali;
  • gli estratti conto dei rapporti bancari e finanziari relativi agli ultimi tre anni.
Sempre l’art. 473 bis. 12 cpc impone ai genitori che si separino o divorzino l’obbligo, in presenza di minori, di predisporre e allegare un piano genitoriale.

L'avvocato incaricato della procedura di divorzio consensuale valuterà, in base al caso specifico, se sono necessari altri documenti, soprattutto se l'accordo prevede ulteriori disposizioni, come eventuali trasferimenti di proprietà di veicoli o immobili, quote societarie, ecc.

Cosa si può prevedere all’interno del divorzio consensuale?

Il divorzio consensuale deve specificare ciò che le parti hanno concordato riguardo agli aspetti da regolamentare.

In genere, le questioni da affrontare includono:

  • l'affidamento dei figli, se presenti (se esclusivo o condiviso, con quest'ultimo considerato la norma);
  • la convivenza dei figli con ciascun coniuge (residenza, diritto di visita, pernottamenti e vacanze con entrambi i genitori);
  • l'eventuale assegno di mantenimento che un genitore deve versare all'altro per i figli, solitamente calcolato in base alle differenze di reddito tra i coniugi e al fatto che i figli trascorrano più tempo con un genitore rispetto all'altro;
  • la ripartizione delle spese straordinarie per i figli, che può essere concordata al 50% o con altre percentuali, soprattutto se i coniugi hanno redditi diversi;
  • l'eventuale assegnazione della casa coniugale, possibile se i figli vivono prevalentemente con un genitore e l'assegnazione garantisce loro la continuità nella residenza familiare;
  • l'eventuale assegno di mantenimento da un coniuge all'altro, che può essere giustificato in base alle differenze di reddito tra i coniugi;
  • possono esserci ulteriori disposizioni, come ad esempio trasferimenti di proprietà, anche immobiliari.

Come si svolge la procedura in tribunale?

La procedura in tribunale è quella già sinteticamente indicata.

L'assistenza di un avvocato può essere utile: spesso ce ne sono due, uno per ciascuna parte, ma anche uno solo potrebbe essere sufficiente. È preferibile averne due se le parti non concordano su tutto e l'avvocato è necessario non solo per formalizzare l'accordo in tribunale, ma anche per negoziare una soluzione.

Tuttavia, se le parti concordano su tutto, l'assistenza di un unico avvocato potrebbe essere sufficiente, e i costi, come vedremo, potrebbero risultare inferiori.

Questo è un aspetto che differenzia la procedura di divorzio consensuale in tribunale da quella effettuata tramite negoziazione assistita: in tribunale non è obbligatorio che i coniugi abbiano due avvocati, uno per ciascuno, mentre la negoziazione assistita prevede la presenza di più avvocati, in modo che ogni parte ne abbia almeno uno.

Quanto proprio alla procedura legale rinviamo al post sulla separazione consensuale dopo la riforma Cartabia (per separazione e divorzio se consensuali la procedura è la stessa).

In estrema sintesi:

  • il legale presenta il ricorso;
  • il giudice lo esamina e fissa udienza per sentire i coniugi (se non indicano nel ricorso di rinunciarci);
  • i figli minori possono essere sentiti se serve ma non vi è obbligo come ora è previsto nelle procedure giudiziali;
  • viene emessa la sentenza.

Il divorzio consensuale tramite la procedura di negoziazione assistita: come funziona?

Il decreto legge n. 132 del 12 settembre 2014 ha introdotto, tra le altre cose, importanti novità riguardo alla separazione e al divorzio consensuale con e senza avvocati. Grazie all'istituto della negoziazione assistita da un avvocato specializzato in divorzi o diritto matrimoniale, è possibile raggiungere una separazione o un divorzio consensuale, nonché modificare le condizioni di separazione o divorzio, ad esempio per quanto riguarda l'assegno di mantenimento, in tempi molto brevi.

Questa procedura si affianca a quella tradizionale in tribunale, poiché è ancora possibile richiedere la separazione o il divorzio consensuale tramite un ricorso congiunto. Tuttavia, sulla base della mia esperienza come avvocato divorzista, la procedura tradizionale rimane utile sia per i tempi comunque relativamente brevi (alcuni mesi) sia per la possibilità di svolgere la procedura con un solo avvocato (cosa non consentita nella negoziazione assistita).

La rapidità di questa procedura alternativa, che prevede la negoziazione assistita da avvocati (in alcuni casi in pochissimi giorni), è dovuta all'assenza di intervento del tribunale: i coniugi, invece di presentare un ricorso congiunto al tribunale per la separazione o il divorzio, possono rivolgersi direttamente agli avvocati specializzati per formalizzare un accordo di negoziazione assistita per il divorzio o la separazione consensuale.

L'accordo di negoziazione assistita da un avvocato divorzista, una volta firmato dai coniugi, prende il posto della sentenza di divorzio o separazione consensuale.

Quali vantaggi con la negoziazione assistita per la procedura consensuale?

I benefici derivanti dall'introduzione del nuovo istituto della negoziazione assistita da avvocati per il divorzio o la separazione consensuale risiedono principalmente nella sua rapidità, che permette tempi decisamente più brevi rispetto alle corrispondenti procedure di separazione e divorzio consensuale da intraprendere in tribunale.

D'altro canto, nella procedura in tribunale, una volta preparato il ricorso congiunto, il tribunale fisserà comunque un'udienza dopo alcuni mesi: mediamente almeno 3-6 mesi, almeno secondo la mia esperienza come avvocato divorzista.

La procedura è rapida e i tempi sono brevi poiché gli avvocati specializzati nella negoziazione assistita per la separazione o il divorzio consensuale possono formalizzare tale accordo in pochi giorni, sostituendo la sentenza e trasmettendolo al Comune dove il matrimonio è stato registrato o trascritto.

Tuttavia, come menzionato, la legge richiede l'assistenza di un avvocato per ciascuna parte: pertanto, se le parti sono già d'accordo, la procedura in tribunale potrebbe risultare più conveniente in termini di costi di assistenza.

Divorzio consensuale con negoziazione assistita: quando è possibile?

La legge di conversione del decreto legge ha introdotto innovazioni nella negoziazione assistita per separazione e divorzio consensuale, richiedendo che ogni coniuge sia assistito dal proprio avvocato di fiducia, escludendo così la possibilità di utilizzare un unico avvocato specializzato. Questo influisce sui costi di assistenza, poiché ogni coniuge deve avere il proprio legale, anche se vi sia accordo. Questa regola sembra in contrasto con l'intento di semplificare e accelerare il processo, poiché impone due difensori in una separazione congiunta che, se proposta in tribunale, non ne avrebbe bisogno. Probabilmente l'imposizione deriva dall'assenza del controllo del giudice in questa procedura, il che significa che l'assistenza legale per ogni parte dovrebbe garantire la tutela degli interessi di entrambi i coniugi.

Inoltre, la legge di conversione ha ampliato le possibilità di utilizzare questo nuovo strumento anche in situazioni in cui prima non era applicabile.

Ora, la negoziazione assistita da avvocati per il divorzio o la separazione consensuale è possibile non solo per regolare i diversi aspetti dell'accordo, ma anche in presenza di figli minori, figli maggiorenni incapaci, economicamente non autosufficienti o con gravi disabilità. In questi casi, l'accordo raggiunto dovrà essere inviato al Procuratore della Repubblica del Tribunale competente per l'autorizzazione necessaria. Se il Procuratore non ritiene che l'accordo sia nell'interesse dei figli, lo trasmetterà al Presidente del Tribunale, che fisserà un'udienza entro trenta giorni.

Se non vi sono figli minori o maggiorenni incapaci o con gravi disabilità, l'accordo sarà comunque trasmesso al Procuratore della Repubblica, ma solo per il nullaosta.

In ogni caso, l'accordo deve indicare che gli avvocati hanno tentato la conciliazione, informato i coniugi sulla mediazione familiare e sull'importanza del tempo adeguato trascorso dai figli minori con entrambi i genitori. Gli avvocati dovranno poi inviare una copia autenticata dell'accordo all'ufficiale dello stato civile del Comune in cui il matrimonio è stato registrato o trascritto.

Infine, la decisione di procedere con una separazione o un divorzio deve essere consensuale: l'accordo può essere raggiunto prima di rivolgersi all'avvocato oppure in seguito all'intervento dell'avvocato specializzato, incaricato per la negoziazione assistita.

Quanto può costare una procedura di questo tipo?

Il costo di un divorzio consensuale può variare notevolmente: può iniziare da 1.000 euro oltre alle tasse o poco più, ma può anche aumentare fino a diverse migliaia di euro o addirittura decine di migliaia.

Fattori che possono influenzare il costo includono:

  • Il valore del caso: i redditi dei coniugi, la presenza di un patrimonio, ecc. In generale, i compensi tendono ad aumentare proporzionalmente al valore delle questioni in discussione, quindi una separazione tra persone con redditi bassi potrebbe costare molto meno di una separazione tra individui benestanti.
  • La complessità della situazione: la procedura in tribunale è solitamente standard e non presenta grandi difficoltà. Tuttavia, ciò che può complicare un divorzio o una separazione consensuale è la fase di negoziazione, poiché non è sempre facile raggiungere un accordo. Di conseguenza, l'impegno e il tempo impiegato possono far aumentare significativamente i costi di una separazione.
  • La presenza di accordi particolari, come ad esempio quelli riguardanti il trasferimento di proprietà di beni: nel divorzio consensuale è possibile trasferire la proprietà di beni, come la casa coniugale. Ovviamente, la presenza di un trasferimento richiede contenuti aggiuntivi nell'atto e comporta costi maggiori.

Serve l’avvocato per fare un divorzio consensuale?

La legge in esame prevede anche la possibilità per i coniugi di stipulare un accordo di divorzio o separazione consensuale direttamente davanti al sindaco del Comune di residenza di uno di loro o del Comune dove è registrato il matrimonio, con l'assistenza facoltativa di un avvocato divorzista. I requisiti per questa separazione sono gli stessi della negoziazione assistita dall'avvocato.

Il divorzio consensuale in Comune non potrà essere richiesto in presenza di figli minorenni, figli maggiorenni ma incapaci o portatori di handicap o figli maggiorenni non autosufficienti.

I limiti di questa procedura, in cui le parti non sono assistite da un avvocato specializzato in divorzi o diritto matrimoniale, sono anche derivanti da questi aspetti:

Il fatto che l'accordo di separazione formalizzato davanti all'ufficiale dello stato civile del Comune non può includere patti di trasferimento patrimoniale. Questa disposizione suggerisce che, al contrario, negli accordi di negoziazione assistita da un avvocato divorzista per la separazione e il divorzio consensuale, vi sia la libertà di includere anche tale contenuto aggiuntivo.

L'assenza del controllo di un soggetto terzo (l'avvocato divorzista o matrimonialista), che nella formazione dell'accordo di divorzio o separazione consensuale tra le parti, può offrire consulenza sulle scelte da compiere e verificare che l'accordo sia praticabile e valido.

Divorzio consensuale: riflessioni conclusive

La decisione sulla tipologia di procedura da adottare può dipendere dalla situazione specifica del caso in questione.

L'avvocato specializzato in divorzi fornirà sicuramente al cliente i migliori consigli, considerando i pro e i contro di ogni procedura.

Il ruolo dell'avvocato divorzista che intraprende l'incarico di condurre una negoziazione assistita per il divorzio o la separazione consensuale può diventare fondamentale nei casi in cui le parti desiderino trovare un accordo ma non vi sia ancora un'intesa: l'avvocato divorzista potrà, infatti, mediare tra le diverse posizioni.

In ogni situazione, spetterà ai coniugi determinare se l'assistenza di un avvocato divorzista sia necessaria o meno: l'aspetto positivo è che la normativa offre una scelta e un percorso rapido con tempi ridotti.