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Separazione e spiare messaggi del tradimento: chat WhatsApp e telefono o mail

10 febbraio 2023

Separazione e spiare messaggi del tradimento: è lecito accedere o fare copia di chat WhatsApp e del telefono o di mail?

La questione si pone perché, se da un lato la legge tutela il diritto alla riservatezza e alla privacy, dall’altro la Costituzione garantisce il diritto alla difesa.

Per cui, se è vietato spiare dei messaggi WhatsApp o del telefono o mail, l’utilizzo di tali dati in giudizio a tutela del diritto di difesa, ad esempio per provare un tradimento, può essere legittima.

Vediamo quali sono i divieti e a che condizioni la Cassazione consenti di utilizzare in giudizio di separazione i messaggi messaggi WhatsApp o del telefono o mail.

Spiare messaggi WhatsApp telefono o mail e separazione
Spiare messaggi WhatsApp telefono o mail e separazione

Messaggi WhatsApp separazione: introduzione

Prima di entrare nel merito della trattazione, è bene chiarire sin da subito l’aspetto più importante: appropriarsi indebitamente dei dispositivi di qualcuno, spiare conversazioni (WhatsApp, di telefono o mail) e contenuti social di qualsiasi persona, senza che vi sia il consenso da parte di quest’ultima, può costituire un reato.

Per la legge ciò si estende a qualsivoglia programma che includa la messaggistica, tutti i social network come ad esempio Facebook, Instagram e Whatsapp, ma anche le altre classiche forme di comunicazione quali ad esempio i canali e-mail e gli sms.

I rischi cui va incontro il partner che spia messaggi WhatsApp, del telefono o mail per eccesso di gelosia o curiosità

A questo punto è interessante capire nella sostanza, a cosa va incontro il partner che spia i social network della propria metà.

Spiare i messaggi WhatsApp e telefono o mail per la separazione o un sospetto di tradimento: Va innanzitutto detto che, come anticipato in precedenza, l’atteggiamento di chi assuma condotte che violino quanto afferma la normativa in merito alla privacy, costituisce una vera e propria ipotesi di reato che come tale, va sanzionata e punita.

Nello specifico all’articolo 15 della Costituzione si legge che “La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria “.

Altra importante considerazione di cui tener conto, si trova all’interno del Codice della Privacy. In esso infatti, si fa riferimento alla definizione di dato personale, che poi è in effetti oggetto di tutto ciò che riguarda la seguente trattazione.

In particolare, tale terminologia viene chiarita nell’articolo 4 lettera b) del D.lgs. numero 196 del 2003. Il dato personale viene qui definito come “qualunque informazione relativa ad una persona fisica, identificata o identificabile, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione, compreso un numero di identificazione personale”.

Spiare i messaggi WhatsApp e telefono o mail per la separazione o un sospetto di tradimento: laddove si dovesse fare un uso illecito dei dati personali di un altro soggetto, si va incontro dunque, alla violazione della privacy.

Ma ciò accade anche in altri casi, come ad esempio quando si dichiara il falso al Garante della privacy o anche quando, volontariamente e per scopi personali, non vengano prese le giuste misure di sicurezza volte alla tutela della privacy di terzi.

Spiare i messaggi WhatsApp e telefono o mail per la separazione o un sospetto di tradimento: alla luce di quanto detto, ogni azione atta alla violazione delle norme contenute nel Codice della privacy al fine di trarre vantaggi personali, o recare danno ad altri, è da ritenersi trattamento illecito di dati personali ed è pertanto punibile con reclusione dai sei mesi ai tre anni.

Cosa può fare chi subisce un trattamento illecito dei propri dati personali per l’accesso altrui in messaggi WhatsApp, del telefono o mail

Spiare i messaggi WhatsApp e telefono o mail per la separazione o un sospetto di tradimento: nel tempo l’ordinamento giuridico ha messo a punto una crescente e graduale tutela alla privacy. Il partner vittima di uso illecito dei propri dati personali, ha il diritto immediato di chiedere ed ottenere in prima istanza, un risarcimento per il danno causato dalla violazione di privacy subita.

Detto ciò, va altresì specificato che coloro che dovessero, in modo improprio, non soltanto spiare dai dispositivi tecnologici i vari social network del partner, ma accedervi tramite credenziali senza alcun consenso del legittimo proprietario, vanno incontro ad un vero e proprio reato di accesso abusivo a sistema informatico, come stabilito nell’ex articolo 615 del Codice penale.

In esso si legge che: “chiunque abusivamente si introduce in un sistema informatico o telematico protetto da misure di sicurezza ovvero vi si mantiene contro la volontà espressa o tacita di chi ha il diritto di escluderlo, è punito con la reclusione fino a tre anni”.

Spiare i messaggi WhatsApp e telefono o mail per la separazione o un sospetto di tradimento: tuttavia, talvolta al fine di mitigare la severità delle conseguenze cui il “partner curioso” andrebbe incontro, la Corte ha adottato come mezzo di moderazione, il presupposto della “giusta causa”, cui fa riferimento l’ex articolo 616 del Codice penale. Ciò ne renderebbe, seppur in minima parte, legittimata la condotta sbagliata.

Le accuse però rischiano di farsi ancor più pesanti, con la conseguente ridotta possibilità di difesa, laddove dovesse presentarsi la circostanza in cui si compia una vera e propria sottrazione indebita di qualsivoglia dispositivo tecnologico, cellulare e personal computer ad esempio, tramite l’uso della forza o con minacce e forme di violenza, sia fisica che verbale.

Infatti nell’ipotesi in cui un telefono cellulare venga sottratto in modo brusco dalle mani del proprietario, l’atto si configurerebbe come una vera e propria rapina, e la condanna in casi del genere, secondo quanto ha disposto la Corte di Cassazione tramite sentenza numero 2429 del 10 giugno del 2016, sarebbe la reclusione ad un anno ed otto mesi.

Spiare i messaggi WhatsApp e telefono o mail per la separazione o un sospetto di tradimento: dunque se la pretesa di accedere al dispositivo cellulare, dovesse avvenire per mezzo della forza, sotto minacce ed altre manifestazioni di violenza, in particolar modo qualora la vittima dovesse tener ben saldo a sé il dispositivo stesso, il partner sarà indagato per delitto di rapina.

Se invece l’azione violenta dovesse avvenire nella sostanza, solo sull’oggetto ed in misura minore ne venisse coinvolta la vittima, il reato cui risponderebbe il partner, sarebbe quello di furto con strappo.

Diritto di difesa nella separazione e spiare messaggi del tradimento: chat WhatsApp e telefono o mail

Come anticipato, la Cassazione ha ritenuto in più occasioni che spiare i messaggi delle chat WhatsApp e del telefono o della mail possa diventare lecito se questo è fatto per la tutale del diritto alla difesa del soggetto, come quando debba utilizzare questi dati in un giudizio di separazione e si discuta ad esempio del tradimento da provare.

Cass. 13 dicembre 2021, n. 39531 ha indicato infatti che “Al riguardo, i precedenti di questa Corte hanno concorso a delineare un principio generale, ricavabile dal diritto positivo e volto a favorire la tutela del diritto alla difesa, di cui all'art. 24 Cost.

Detto principio generale deriva, invero: dall'art. 51 c.p., riguardante l'esimente dell'esercizio di un diritto; dalla L. 22 aprile 1941, n. 633, artt. 93 e 94 legge sul diritto d'autore, secondo cui la corrispondenza, allorchè abbia carattere confidenziale o si riferisca alla intimità della vita privata, può essere divulgata senza autorizzazione, quando la conoscenza dello scritto sia richiesta ai fini di un giudizio civile o penale; dalle specifiche norme del codice dei dati personali, fra cui proprio il D.Lgs. n. 196 del 2004, art. 24 (Cass. 20 settembre 2013, n. 21612)” (Cass. 13 dicembre 2021, n. 39531 su Diritto di difesa nella separazione e spiare messaggi del tradimento: chat WhatsApp e telefono o mail).

La sentenza, dunque, ha indicato come soluzione che “è, pertanto, individuabile il principio, secondo cui l'interesse alla riservatezza dei dati personali deve cedere, a fronte della tutela di altri interessi giuridicamente rilevanti, e dall'ordinamento configurati come prevalenti nel necessario bilanciamento operato, fra i quali l'interesse, ove autentico e non surrettizio, all'esercizio del diritto di difesa in giudizio” (Cass. 13 dicembre 2021, n. 39531 su Diritto di difesa nella separazione e spiare messaggi del tradimento: chat WhatsApp e telefono o mail).