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Come funziona la negoziazione assistita per evitare il tribunale?

21 settembre 2022

Secondo il nostro ordinamento, in alcuni casi non è possibile rivolgersi alla giustizia se non si dimostra prima di avere provato a risolvere in maniera amichevole la questione.

In alcuni casi è prevista la mediazione e in altri la negoziazione assistita: quando tali procedure sono previste come obbligatorie, il loro espletamento rappresenta una condizione di procedibilità dell’azione giudiziaria. In altre parole, il giudice non può esprimersi sulla domanda a lui sottoposta se prima non è stato fatto il tentativo di conciliazione.

Nel caso specifico della separazione e del divorzio, poi, la negoziazione assistita è anche uno strumento per formalizzare un accordo evitando il Tribunale: la procedura consente di formalizzare una separazione o un divorzio consensuali.

Nelle prossime righe, quindi, vedremo come funziona nel dettaglio per evitare il tribunale.

Come funziona la negoziazione assistita
Come funziona la negoziazione assistita

Negoziazione assistita: cos’è e come funziona

La negoziazione assistita è un tentativo di conciliazione tra le parti assistite dai rispettivi avvocati. Nel momento in cui è obbligatoria, si tratta di una condizione di procedibilità dell’azione giudiziaria. Ciò vuol dire che chi intende agire in Tribunale dovrà in prima battuta invitare la controparte a raggiungere un accordo pacifico.

Solamente in caso di esito negativo di questo tentativo, sarà possibile procedere davanti al giudice per la causa vera e propria.

La procedura di negoziazione assistita richiede necessariamente la presenza degli avvocati di entrambe le parti.

Nel dettaglio, l’invito a partecipare alla negoziazione deve arrivare dall’avvocato della parte che intende agire in giudizio. Il destinatario dell’invito può aderire alla conciliazione attraverso una risposta inoltrata dal suo avvocato.

In questa ipotesi, quindi, entrambe le parti e i rispettivi legali, si siederanno intorno allo stesso tavolo con lo scopo di identificare una soluzione bonaria.

Se le parti siglano un accordo, a questo punto gli avvocati provvederanno a inserirlo in un verbale definito “convenzione di negoziazione assistita”, che avrà lo stesso valore di un titolo esecutivo, quindi della sentenza del giudice.

Nel caso invece questo non fosse possibile, gli avvocati redigono un verbale con esito negativo e sarà possibile proseguire in Tribunale senza alcun ostacolo.

La parte invitata inoltre, può anche decidere di non far pervenire nessuna risposta, facendo fallire la negoziazione per procedere in giudizio.

Negoziazione assistita: quando è obbligatoria e cosa accade se non si fa

La negoziazione assistita è obbligatoria per legge in caso di risarcimento dei danni da circolazione di veicoli e natanti, o per il pagamento a qualsiasi titolo di somme che non superino i cinquantamila euro.

Facendo un esempio, chi intende chiedere un risarcimento perché è stato investito da una macchina, dovrà invitare la controparte a una negoziazione assistita con lo scopo di raggiungere un accordo bonario.

Lo stesso discorso è valido anche per chiunque intenda farsi restituire un prestito di importo inferiore a 50mila euro.

La negoziazione assistita, invece, non è obbligatoria nel momento in cui si procede con decreto ingiuntivo per crediti certi, liquidi ed esigibili e nei casi nei quali la legge prevede la mediazione.

Come spiegato in precedenza, la negoziazione assistita obbligatoria è condizione di procedibilità, quindi se non si fa il giudice non ha alcun potere di entrare nel merito della vicenda.

Ad esempio, se qualcuno arriva davanti al giudice per chiedere la restituzione di un prestito di 20.000 euro, ma senza prima avere tentato prima la strada della negoziazione assistita, non potrà ottenere alcun provvedimento favorevole.