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Posso chiedere il risarcimento in caso di tradimento?

14 settembre 2022

Posso chiedere il risarcimento in caso di tradimento?

Quando due persone si sposano, tra le altre cose, si impegnano a essere fedeli, che non significa solamente astenersi dall’avere rapporti sessuali con altre persone, ma anche dimostrarsi rispettosi e leali reciprocamente.

Molto spesso, però, quando si finisce in tribunale con lo scopo di chiedere una separazione o il divorzio per infedeltà, si fa riferimento proprio a episodi di relazioni extraconiugali. Il tradimento può essere causa di addebito della separazione, se questa avviene come conseguenza dell’infedeltà. Ma in caso di tradimento si può chiedere anche il risarcimento? Scopriamolo nelle prossime righe.

risarcimento tradimento
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Violazione fedeltà coniugale: cosa succede in caso di tradimento?

Chi si rende infedele all’interno di una coppia, anche se solo in maniera platonica, rischia di incorrere in conseguenze molto serie. Tra le più importanti riportiamo:

- addebito della separazione: l’addebito della separazione causa la perdita del diritto al mantenimento e dei diritti successori;

- richiesta di risarcimento: in alcuni casi, ovvero in quelli dove l’infedeltà si sia esternata in forme profondamente irrispettose della dignità e dell’onore del coniuge tradito, è possibile richiedere un risarcimento.

Tradimento: si può chiedere il risarcimento danni al coniuge in caso di infedeltà?

La violazione dell’obbligo di fedeltà può causare l’addebito della separazione. In alcuni casi, però, può causare anche il pagamento dei danni.

In caso di tradimento, quindi, è possibile chiedere il risarcimento al coniuge. A stabilirlo è la giurisprudenza. Nel momento in cui il tradimento del coniuge è talmente grave da aver leso onore e reputazione del partner, è possibile ottenere oltre all’addebito, anche il riconoscimento contestuale del risarcimento dei danni.

Lo stesso discorso è valido quando il tradimento ha cagionato un vero e proprio danno, magari di tipo psicologico.

Secondo la Corte di Cassazione, i doveri dei coniugi in merito al matrimonio, hanno natura giuridica. Violarli, quindi, non trova necessariamente sanzione solo nelle misure tipiche previste dal diritto di famiglia, come l’addebito della separazione.

La palese violazione di tali obblighi, se causa la lesione di diritti protetti dalla costituzione, può integrare gli estremi dell’illecito civile, e di conseguenza permettere un’autonoma azione con lo scopo di ottenere il risarcimento dei danni non patrimoniali.

Recentemente la Cassazione ha infatti indicato che “la natura giuridica del dovere di fedeltà derivante dal matrimonio implica che la sua violazione non sia sanzionata unicamente con le misure tipiche del diritto di famiglia, quale l'addebito della separazione, ma possa dar luogo al risarcimento dei danni non patrimoniali ex art. 2059 c.c., senza che la mancanza di pronuncia di addebito in sede di separazione sia a ciò preclusiva, sempre che la condizione di afflizione indotta nel coniuge superi la soglia della tollerabilità e si traduca, per le sue modalità o per la gravità dello sconvolgimento che provoca, nella violazione di un diritto costituzionalmente protetto, quale, in ipotesi, quello alla salute o all'onore o alla dignità personale. (Nella specie, la S.C ha confermato la sentenza che aveva escluso non solo, in radice, che la violazione del dovere di fedeltà fosse stata causa della separazione, avendo la moglie svelato al marito il tradimento solo mesi dopo la separazione, ma anche che il tradimento, per le sue modalità, avesse recato un apprezzabile pregiudizio all'onore o alla dignità del coniuge, in quanto non noto neppure nell'ambiente circostante e di lavoro e comunque non posto in essere con modalità lesive della dignità della persona)” (Cass. 7 marzo 2019, n. 6598).

Si può chiedere il risarcimento danni per il tradimento anche all’amante?

In merito al risarcimento, è del tutto normale domandarsi se sia possibile chiederlo anche all’amante. La risposta, in linea di massima, è negativa.

L’amante non paga i danni al coniuge tradito e questo anche se la relazione è stata ampiamente provata. Il dovere di fedeltà coniugale, infatti, grava esclusivamente sui coniugi e non su terzi.

Il coniuge tradito non può chiedere all’amante il risarcimento dei danni a meno che la condizione di afflizione superi la soglia della tollerabilità.

Il coniuge tradito, dunque, non può chiedere il risarcimento dei danni all’amante, ad eccezione dell’ipotesi che quest’ultimo non abbia leso profondamente uno dei diritti fondamentali del suddetto coniuge, tra cui la salute, l’onore o la dignità.

L’amante, in sintesi, pur non essendo soggetto all’obbligo di fedeltà coniugale, diventa ruolo corresponsabile nel momento in cui il proprio comportamento ha leso o concorso a violare diritti inviolabili, tra cui dignità e onore del coniuge tradito, magari vantandosi della propria conquista in un ambiente di lavoro comune, oppure ne abbia diffuso le immagini.