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Mantenimento figli: cosa comprende e come si calcola

16 giugno 2025

Mantenimento figli cosa comprende? L’assegno di mantenimento copre solo le spese quotidiane o anche quelle impreviste? In sintesi, comprende tutto ciò che è necessario per soddisfare le esigenze di vita ordinarie del minore, ma non sempre è chiaro cosa rientri esattamente in questa categoria. In questo articolo spieghiamo quali costi sono coperti, quando servono accordi aggiuntivi tra i genitori e come si orientano i tribunali. Se ti stai chiedendo se certe spese vadano anticipate o divise, qui trovi una guida chiara, aggiornata e basata su prassi reali.

Mantenimento figli cosa comprende

Mantenimento figli: cosa comprende in generale?

Quando si parla di mantenimento dei figli, una delle domande più frequenti riguarda cosa sia incluso in concreto nell’assegno mensile versato da un genitore all’altro. Il codice civile stabilisce l’obbligo di entrambi i genitori di contribuire al mantenimento dei figli in proporzione alle rispettive capacità economiche (art. 337-ter c.c.), ma non entra nel dettaglio delle singole voci di spesa. A colmare questo vuoto intervengono i protocolli dei tribunali, che stabiliscono quali costi rientrano nell’assegno e quali, invece, devono essere trattati separatamente.

In linea generale, il mantenimento copre tutte le esigenze ordinarie di vita del figlio: vitto, abbigliamento, istruzione di base, abitazione, cure mediche di routine e attività quotidiane. Tuttavia, spese impreviste o eccezionali possono richiedere accordi specifici, approvazione preventiva o rimborso. Non sempre infatti un genitore può decidere autonomamente di affrontare un costo fuori dall’ordinario aspettandosi che l’altro partecipi.

È quindi importante distinguere tra spese ordinarie – comprese nell’assegno – e spese straordinarie, che possono generare contenzioso se non gestite con attenzione. Questa distinzione è spesso fonte di dubbi e discussioni, anche perché ogni situazione familiare ha le sue particolarità. I protocolli dei tribunali rappresentano un riferimento utile per orientarsi, pur non essendo vincolanti.

Spese ordinarie e straordinarie: differenze essenziali

La differenza tra spese ordinarie e straordinarie è fondamentale per capire cosa rientra nell’assegno di mantenimento e cosa no. Le prime comprendono tutte le necessità quotidiane e prevedibili del minore, mentre le seconde si riferiscono a esigenze occasionali, impreviste o comunque non ricorrenti, che spesso devono essere concordate tra i genitori o autorizzate dal giudice.

I protocolli adottati da molti tribunali italiani (come Milano, Roma, Bologna) specificano, in modo abbastanza uniforme, che il mantenimento ordinario comprende voci come il vitto, la mensa scolastica, l’abbigliamento stagionale, le spese scolastiche ricorrenti, i medicinali da banco, il contributo per affitto e utenze, il trasporto urbano e persino alcune spese per baby sitter e trattamenti estetici, se già parte della routine familiare.

Al contrario, spese straordinarie come viaggi studio, attività sportive agonistiche, apparecchi ortodontici o rette scolastiche elevate richiedono accordi preventivi. Anche visite specialistiche, interventi medici non ordinari o corsi privati rientrano in questa seconda categoria.

Questa distinzione è utile non solo per i genitori, ma anche per gli avvocati che devono tutelare l’interesse del minore evitando al contempo contenziosi inutili. Un errore frequente è ritenere straordinarie alcune spese che, in realtà, sono già comprese nell’assegno. Per questo è utile fare sempre riferimento ai protocolli locali e, in caso di dubbio, richiedere consulenza legale.

Quali costi copre il mantenimento: esempi concreti

Per rendere più chiara la distinzione tra spese comprese e non comprese nell’assegno, può essere utile fare riferimento a esempi tratti dalla prassi dei tribunali. Secondo i protocolli di Milano e Roma, tra le spese coperte dal mantenimento ordinario troviamo:

  • il vitto domestico e scolastico (compresi buoni mensa);
  • l’abbigliamento quotidiano e stagionale;
  • le spese scolastiche ricorrenti (quaderni, penne, zaini);
  • i medicinali da banco, inclusi antipiretici e antibiotici di base;
  • il contributo alle spese di casa (affitto, bollette, consumi);
  • l’abbonamento ai mezzi pubblici o il carburante per spostamenti di routine;
  • la ricarica del cellulare;
  • le spese per parrucchiere, estetista e baby sitter, se già presenti nel ménage familiare prima della separazione.
Queste spese non devono essere rimborsate separatamente e rientrano nell’importo stabilito dal giudice. Questo significa che il genitore che le sostiene non può pretendere una quota aggiuntiva dall’altro, a meno che non si tratti di un’esigenza straordinaria nuova o eccezionale.

Conoscere in dettaglio cosa comprende il mantenimento permette di prevenire incomprensioni e discussioni. Se un genitore paga una spesa ordinaria ma pretende il rimborso, è probabile che sorgano conflitti inutili, con possibili conseguenze legali. In questi casi, è sempre utile consultare un avvocato per chiarire la situazione e agire con prudenza.

Criteri del giudice per stabilire l’importo dell’assegno

L’importo dell’assegno di mantenimento non è fisso né uguale per tutti. Viene stabilito dal giudice sulla base di diversi criteri, tenendo conto delle esigenze del figlio e delle condizioni economiche e patrimoniali di entrambi i genitori. Il riferimento normativo principale è l’art. 337-ter del codice civile, che impone la proporzionalità tra il contributo di ciascun genitore e le proprie possibilità.

Nel determinare l’importo, il giudice valuta il tenore di vita del minore durante la convivenza familiare, il tempo che ciascun genitore dedica alla cura diretta del figlio, nonché la capacità reddituale e patrimoniale di ciascuno. Spesso viene richiesta una documentazione dettagliata sui redditi (buste paga, dichiarazioni fiscali, spese fisse) per consentire una valutazione equa.

È importante sapere che il mantenimento non serve solo a coprire le necessità materiali, ma anche a garantire la continuità delle abitudini di vita e delle relazioni affettive. In casi complessi, come quelli con figli disabili o con bisogni educativi speciali, possono essere previsti importi diversi o integrazioni, anche in via straordinaria.

Nella prassi, il giudice può anche modulare l’importo nel tempo, prevedendo adeguamenti automatici annuali (in base all’indice ISTAT) oppure stabilendo quote fisse per alcune spese specifiche. Ogni decisione mira a evitare squilibri, tutelando il diritto del figlio a una crescita equilibrata.

Quando è necessario integrare il mantenimento

Nonostante l’assegno di mantenimento copra la gran parte delle esigenze quotidiane, esistono molte situazioni in cui si rende necessaria un’integrazione. Questo avviene quando si verificano eventi eccezionali, spese non prevedibili o cambiamenti nelle condizioni del minore o dei genitori. In questi casi si parla di spese straordinarie.

Le spese straordinarie non sono automaticamente comprese nell’assegno fisso e devono, in linea generale, essere concordate preventivamente tra i genitori. Se manca l’accordo, può essere necessario un intervento giudiziale. Esempi classici sono: cure odontoiatriche specialistiche, occhiali da vista costosi, attività sportive agonistiche, viaggi studio o corsi extracurricolari a pagamento.

Tuttavia, l’obbligo di contribuire a queste spese permane: la legge prevede che entrambi i genitori siano tenuti a concorrervi, anche quando non sono previste nell’assegno ordinario. I protocolli forniscono spesso indicazioni su quali spese rientrino in questa categoria e sul modo corretto di richiederne il rimborso: per esempio, fornendo un preventivo e attendendo l’approvazione dell’altro genitore.

Nella pratica, molti conflitti nascono proprio dall’assenza di comunicazione preventiva. È quindi raccomandabile mettere per iscritto ogni richiesta e documentare le spese sostenute, per evitare contestazioni o inadempimenti. In presenza di dubbi, l’assistenza di un avvocato può evitare inutili contenziosi.

Caso pratico: un esempio per chiarire dubbi comuni

Per comprendere meglio come si applicano queste regole nella vita reale, immaginiamo un caso concreto, tratto dalla prassi professionale. Due genitori separati con un figlio di otto anni: il padre versa un assegno mensile di mantenimento alla madre. L’assegno copre tutte le spese ordinarie, inclusa la mensa scolastica, l’abbigliamento stagionale e i medicinali da banco.

Un giorno il bambino ha bisogno di un trattamento ortodontico dal costo complessivo di 2.000 euro. La madre, convinta che si tratti di una spesa necessaria e urgente, si rivolge direttamente al dentista e paga l’anticipo. Poi chiede al padre il rimborso del 50%. Il padre rifiuta, sostenendo di non essere stato informato prima.

In questo caso, la richiesta di rimborso può risultare problematica. Il trattamento ortodontico è una spesa straordinaria, e secondo i protocolli avrebbe dovuto essere preventivamente concordata. Se il padre non è stato coinvolto nella decisione, la richiesta può essere rigettata anche in sede giudiziale.

Diverso sarebbe se la madre avesse comunicato il preventivo, chiesto il consenso e poi proceduto con il trattamento. In tal caso, il rimborso sarebbe un obbligo. Questo esempio evidenzia quanto sia importante la trasparenza e il dialogo tra genitori anche dopo la separazione, specie quando si tratta di spese non comprese nell’assegno.

Conclusioni: perché rivolgersi a un avvocato esperto

Gestire correttamente il mantenimento dei figli richiede attenzione, chiarezza e spesso anche un supporto legale qualificato. Sebbene i protocolli dei tribunali offrano indicazioni utili per distinguere tra spese ordinarie e straordinarie, ogni situazione familiare ha caratteristiche proprie che richiedono valutazioni specifiche. Anche un accordo ben scritto può diventare fonte di tensioni se non tiene conto di tutte le esigenze pratiche.

Rivolgersi a un avvocato esperto in diritto di famiglia è utile non solo in fase di separazione o divorzio, ma anche successivamente, per verificare che le spese affrontate siano legittime, documentate e correttamente imputabili. Il legale può anche intervenire per facilitare accordi tra i genitori, evitare contenziosi o, se necessario, chiedere al giudice modifiche agli importi in presenza di cambiamenti significativi nelle condizioni economiche o nei bisogni del figlio.

Non bisogna dimenticare che al centro di ogni decisione c’è sempre il benessere del minore. Per questo è fondamentale agire con buon senso, rispetto reciproco e, quando serve, con il supporto professionale adeguato.

Se desideri una consulenza legale, puoi contattare i recapiti dello studio presenti nella pagina.

FAQ su mantenimento figli: domande e risposte utili

1. Mantenimento figli cosa comprende in concreto?

L’assegno copre tutte le spese ordinarie legate alla vita quotidiana del figlio: vitto, abitazione, abbigliamento, istruzione di base, medicinali da banco, trasporti urbani.

2. Le spese per libri scolastici o gite sono comprese?

Dipende. Se si tratta di spese scolastiche ricorrenti o gite giornaliere organizzate dalla scuola, solitamente sì. Altre spese più rilevanti vanno concordate.

3. Se il figlio ha bisogno di una visita specialistica, va chiesta l’autorizzazione all’altro genitore?

Sì, se si tratta di una spesa straordinaria. È buona norma inviare un preventivo e attendere una risposta scritta, per evitare contenziosi.

4. È possibile modificare l’importo dell’assegno nel tempo?

Sì, in caso di mutamenti nelle condizioni economiche dei genitori o nei bisogni del figlio, è possibile chiedere la revisione giudiziale dell’assegno.

5. Le spese per il cellulare o il parrucchiere del figlio sono comprese?

Secondo molti protocolli, sì: rientrano tra le spese ordinarie se già presenti nella routine familiare prima della separazione.

6. Cosa succede se un genitore paga una spesa straordinaria senza accordo?

L’altro genitore potrebbe legittimamente rifiutarsi di rimborsare, se non è stato informato in anticipo. È quindi essenziale comunicare prima di sostenere la spesa.

7. Chi decide cosa è ordinario e cosa straordinario?

In genere si fa riferimento ai protocolli dei tribunali. In mancanza di accordo, è il giudice a decidere, anche in base alla prassi consolidata.

8. Le spese mediche urgenti possono essere rimborsate anche senza accordo?

Se davvero urgenti e necessarie, sì. Ma è consigliabile documentare tutto e informare l’altro genitore il prima possibile.