Che cos’è l’assegno unico?
L’assegno unico universale rappresenta una delle misure più importanti introdotte dallo Stato italiano per sostenere le famiglie con figli a carico. Questo beneficio economico è stato istituito dal Decreto Legislativo n. 230 del 21 dicembre 2021, con l’obiettivo di semplificare il sistema di sussidi per la famiglia, unificando diverse prestazioni economiche precedenti in un’unica misura.
L’assegno viene erogato mensilmente dall’INPS, con importi variabili in base alla situazione economica del nucleo familiare. La sua concessione è legata all’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), e il suo importo dipende da vari fattori, tra cui il numero di figli, l’età, la condizione lavorativa e le risorse del nucleo familiare. In linea generale, l’assegno ha lo scopo di supportare le famiglie, alleggerendo i costi legati all’educazione e al mantenimento dei figli, e viene riconosciuto a tutti i nuclei familiari, indipendentemente dalla condizione di separazione o divorzio dei genitori.
L’introduzione dell’assegno unico universale ha avuto un impatto significativo sulla gestione delle risorse destinate alla genitorialità, in quanto ha ridotto la frammentazione dei benefici economici previsti dalla legge, sostituendo in modo efficace altre misure precedenti come l’assegno per il nucleo familiare e il bonus per i figli a carico. L’assegno unico è destinato a tutti i nuclei familiari con figli fino ai 21 anni di età, ma la sua durata e l’importo sono influenzati dalla condizione economica del nucleo familiare, determinata attraverso l’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente).
Per le famiglie separate o divorziate, l’assegno unico universale viene applicato alle stesse condizioni, ma ci sono delle specificità da considerare, in particolare in caso di conflitti tra i genitori riguardo all’attribuzione. In questi casi, la legge stabilisce dei criteri di base che regolano come suddividere l’assegno tra i due genitori, ma possono emergere differenze nei vari scenari, in particolare a seconda che si tratti di affidamento esclusivo o condiviso.
Assegno Unico nella Separazione: A Chi Spetta?
Nel contesto della separazione, la normativa prevede che l’assegno unico venga generalmente suddiviso in parti uguali tra i due genitori. L’articolo 6, comma 4, del Decreto Legislativo n. 230/2021 stabilisce infatti che, in mancanza di un accordo tra i genitori, l’assegno venga attribuito al genitore affidatario, ossia a quello che ha la responsabilità primaria del minore.
Tuttavia, le cose possono cambiare se i genitori decidono di separarsi consensualmente. In questo caso, i genitori hanno la possibilità di concordare un diverso assetto per l’assegno unico, attribuendolo interamente a uno dei due. La legge, infatti, non prevede un obbligo rigido in caso di separazione consensuale, e i genitori sono liberi di accordarsi sulla distribuzione dell’assegno, anche se la norma rimane fondamentalmente orientata verso un’equa distribuzione, salvo diverse necessità o richieste particolari.
Nel caso in cui non ci sia un accordo tra le parti, la legge stabilisce una divisione al 50% tra i genitori, ma il giudice ha il potere di decidere a chi spettano le somme, anche nel caso di affidamento condiviso. La giurisprudenza ha dimostrato che la decisione dipende molto dalle specifiche circostanze del caso, in particolare dalla posizione di ogni genitore riguardo al mantenimento e alle esigenze del figlio.
È importante sottolineare che la questione dell’assegno unico nella separazione diventa più complessa nel caso di affidamento esclusivo, dove la legge chiaramente prevede che l’assegno sia attribuito al genitore che ha l'affido esclusivo del minore. La normativa, infatti, consente che l’assegno venga versato interamente a uno dei due genitori, per rispondere alle necessità immediate del figlio. La Circolare INPS n. 23/22, infatti, stabilisce che "qualora il giudice, in ipotesi di affidamento condiviso, stabilisca il collocamento del minore presso il richiedente l’assegno unico e/o universale per i figli, si può optare per il pagamento al 100% al genitore collocatario".
In sintesi, la divisione dell’assegno unico dipende non solo dall’accordo tra i genitori, ma anche dalle decisioni del giudice, che tiene conto dell’affido, delle esigenze del minore e delle caratteristiche specifiche di ciascun caso.
La Differenza tra Affido Condiviso e Affido Esclusivo
Quando i genitori si separano o divorziano, uno degli aspetti principali da stabilire riguarda l’affido del figlio. L’affido può essere condiviso o esclusivo, e queste due modalità hanno implicazioni significative non solo per il benessere del minore, ma anche per la gestione dei diritti e dei doveri economici tra i genitori, incluso l’assegno unico universale.
Affido condiviso significa che entrambi i genitori hanno la responsabilità genitoriale sul figlio e sono coinvolti in tutte le decisioni importanti riguardanti la vita del minore, come l’educazione, la salute e le questioni legate alla sua crescita. In questo caso, anche se il minore può risiedere presso uno dei genitori, entrambi mantengono una responsabilità piena e paritaria. L’affido condiviso mira a garantire che entrambi i genitori continuino a svolgere un ruolo attivo nella vita del figlio, anche dopo la separazione.
D’altra parte, l’affido esclusivo implica che uno dei genitori assuma la responsabilità primaria per il minore, decidendo autonomamente su tutte le questioni che riguardano la sua vita quotidiana, dalla salute alla scelta della scuola. L’altro genitore, pur mantenendo la responsabilità genitoriale, ha un ruolo molto più limitato, principalmente legato al diritto di visita e alla possibilità di partecipare alle decisioni importanti, ma non quotidiane. Questo tipo di affido viene generalmente deciso dal giudice quando uno dei genitori è ritenuto più adatto a prendersi cura del bambino o quando ci sono problematiche che giustificano tale decisione, come la difficoltà di uno dei genitori a garantire una relazione stabile o sicura per il figlio.
Dal punto di vista legale, la principale differenza tra i due tipi di affido riguarda la responsabilità e la partecipazione di ciascun genitore nelle scelte quotidiane del figlio. Inoltre, l’affido esclusivo può avere implicazioni anche per l’assegno unico, come vedremo nei paragrafi successivi, in quanto la legge stabilisce che il beneficio economico venga attribuito al genitore affidatario, ossia quello con cui il minore risiede stabilmente.
In sintesi, l’affido condiviso si basa su una cooperazione tra i genitori e sul mantenimento di un equilibrio nelle responsabilità genitoriali, mentre l’affido esclusivo concentra tale responsabilità in capo a uno solo dei genitori. Entrambe le modalità sono tutelate dalla legge, ma l’affido esclusivo ha una serie di implicazioni pratiche che possono incidere sulle decisioni economiche e sul benessere del minore.
Cosa accade se la separazione o il divorzio sono consensuali
In caso di separazione consensuale, i genitori hanno maggiore libertà di accordarsi su vari aspetti, compreso l’assegno unico universale. Sebbene la legge stabilisca che, in assenza di un accordo, l’assegno debba essere suddiviso equamente tra i due genitori (50% a ciascuno), la separazione consensuale permette ai genitori di scegliere una modalità diversa di distribuzione dell’assegno, adattandola alle proprie esigenze.
Infatti, i genitori possono decidere di attribuire l’assegno unico a uno solo di loro, se lo ritengono necessario per semplificare la gestione delle risorse economiche destinate al minore. Questo è particolarmente utile quando uno dei genitori ha una maggiore responsabilità quotidiana nei confronti del figlio, come nel caso in cui il minore risieda stabilmente presso uno dei due genitori. In tal caso, l’assegno unico potrebbe essere attribuito esclusivamente al genitore con il quale il minore vive, per far fronte alle necessità immediate di cura, educazione e mantenimento.
Tuttavia, anche se la normativa prevede una distribuzione equa, la possibilità di un accordo diverso rende la separazione consensuale un’occasione per personalizzare l’attribuzione dell’assegno in base alle circostanze particolari della famiglia. In questo scenario, l'assegno unico non diventa solo una questione economica, ma può riflettere anche le decisioni pratiche sulla gestione della vita del minore post-separazione. Questo tipo di accordo risponde all’esigenza di semplificare le pratiche burocratiche e di trovare soluzioni che siano in linea con il benessere del minore.
L'accordo consensuale tra i genitori offre anche maggiore flessibilità nel gestire l'assegno, riducendo la necessità di un intervento giudiziario. Tuttavia, se i genitori non riescono a mettersi d'accordo, l'assegno verrà suddiviso secondo le disposizioni generali previste dalla legge. In ogni caso, è importante che l'assegno unico, anche se attribuito a uno solo dei genitori, venga utilizzato esclusivamente per le necessità del minore, garantendo che il beneficio economico venga effettivamente indirizzato al suo sostentamento e benessere.
Cosa accade a questo beneficio economico in caso di affido esclusivo
Nel caso di affido esclusivo, la situazione è abbastanza chiara: l’assegno unico spetta interamente al genitore con il quale il minore risiede stabilmente. Questo principio è stabilito dall’articolo 6, comma 4, del Decreto Legislativo n. 230/2021, che afferma che, in caso di separazione o divorzio, l’assegno viene attribuito al genitore affidatario, ossia al genitore con cui il bambino vive stabilmente. In altre parole, quando un genitore ha l’affido esclusivo del minore, l’assegno unico è assegnato a lui senza necessità di ulteriori suddivisioni.
La norma, infatti, riflette l’intento di semplificare la gestione dell’assegno, garantendo che il genitore che si occupa quotidianamente delle necessità del figlio possa avere l’intero beneficio economico. Questo approccio riduce il rischio di conflitti tra i genitori in merito alla gestione delle risorse economiche destinate al figlio.
Inoltre, la Circolare INPS n. 23/22 specifica che “l’assegno è corrisposto al genitore affidatario in caso di affidamento esclusivo”. Questo significa che, anche in assenza di un accordo tra i genitori, l’assegno unico verrà attribuito interamente al genitore che ha l’affido esclusivo del minore. La Circolare ribadisce quindi che l’assegno unico non viene suddiviso, ma viene destinato completamente al genitore che ha il minore sotto la sua responsabilità quotidiana.
In sintesi, nel caso di affido esclusivo, l’assegno unico è attribuito al genitore affidatario senza bisogno di divisione, rispondendo così all’esigenza di semplificare la gestione del beneficio economico e favorire il genitore che si occupa in modo esclusivo del minore.
Assegno unico in caso di genitori separati con affido condiviso
La situazione cambia nel caso di affido condiviso, dove entrambi i genitori sono responsabili in egual misura per le decisioni importanti nella vita del minore. Sebbene la normativa preveda una suddivisione equa dell’assegno unico tra i genitori in caso di affidamento condiviso, la giurisprudenza e la Circolare INPS consentono una certa discrezionalità, soprattutto quando il bambino vive stabilmente con uno dei due genitori, ossia il genitore collocatario.
Secondo quanto previsto dalla Circolare INPS n. 23/22, "qualora il giudice, in ipotesi di affidamento condiviso, stabilisca il collocamento del minore presso il richiedente l’assegno unico e/o universale per i figli, si può optare per il pagamento al 100% al genitore collocatario". Questo significa che, anche in caso di affido condiviso, se il giudice stabilisce che il minore viva principalmente con uno dei genitori, quest’ultimo può ricevere l’assegno unico per intero.
La giurisprudenza, infatti, ha confermato che, in caso di affidamento condiviso, se il minore risiede prevalentemente con uno dei genitori, il giudice può decidere di attribuire l'assegno unico al genitore collocatario, a condizione che ciò risponda alle necessità pratiche del minore. La sentenza della Corte di Cassazione n. 4672 del 22 febbraio 2025 ha chiarito che l’assegno può essere attribuito a uno solo dei genitori, anche in assenza di una specifica norma che lo preveda esplicitamente. La decisione si fonda sull'esigenza di semplificare la gestione del beneficio e garantire che il genitore che si occupa maggiormente del minore possa disporre pienamente del beneficio economico.
In conclusione, in caso di affidamento condiviso, se il minore risiede stabilmente con uno dei genitori, il giudice può decidere di attribuire a quel genitore l'intero importo dell'assegno unico, in linea con le necessità quotidiane del minore. La normativa, quindi, pur prevedendo una distribuzione equa, lascia spazio alla discrezionalità giudiziaria per adattarsi meglio alle specifiche circostanze del caso.
Assegno unico con genitore collocatario: cosa dicono le sentenze?
Il tema dell'assegno unico per il genitore collocatario ha suscitato molte discussioni nelle aule di giustizia, e la giurisprudenza ha avuto un ruolo cruciale nel definire le modalità di attribuzione dell’assegno in presenza di affido condiviso. La Corte di Cassazione ha emesso diverse sentenze che hanno chiarito come l'assegno unico debba essere gestito in relazione al genitore con cui il minore risiede stabilmente, ossia il genitore collocatario.
In particolare, la sentenza n. 4672 del 22 febbraio 2025 della Corte di Cassazione ha stabilito che, nonostante la legge non preveda esplicitamente che l'assegno unico venga attribuito a uno solo dei genitori in caso di affidamento condiviso, il giudice ha la facoltà di decidere che l'assegno venga erogato interamente al genitore presso il quale il minore risiede stabilmente. La Corte ha argomentato che tale decisione può essere presa per semplificare la gestione dell’assegno, considerando che il genitore collocatario è quello che si occupa quotidianamente delle necessità del minore.
La stessa sentenza sottolinea che questa interpretazione risponde alla finalità dell'assegno unico, che è quella di sostenere le famiglie nella cura dei figli, e che attribuirlo interamente al genitore collocatario non solo semplifica la gestione pratica del beneficio economico, ma risponde anche all'interesse del minore. In effetti, l'attribuzione totale all'uno o all'altro genitore dipende dalla necessità di garantire che il genitore che ha la responsabilità quotidiana per il benessere del figlio possa disporre dei fondi per rispondere a tale impegno.
Questa sentenza della Cassazione ha avuto un impatto significativo, poiché ha confermato che la decisione sull’assegno può essere presa tenendo conto della realtà pratica della vita familiare e non solo delle disposizioni normative generali. Di fatto, la Corte ha riconosciuto che l’assegno deve essere utilizzato per il sostentamento del minore e che il genitore con il quale il minore convive stabilmente ha un diritto prioritario a riceverlo integralmente.
L'Impatto dell’attribuzione a un coniuge sul Mantenimento per i figli
L'attribuzione dell'assegno unico a uno dei genitori, soprattutto in caso di affido esclusivo o quando il genitore collocatario riceve l’intero importo, può influire sull’assegno di mantenimento per i figli. Sebbene l’assegno unico sia destinato a coprire una parte delle spese quotidiane del minore, il mantenimento è una misura separata che serve a garantire il sostentamento del bambino, considerando anche le capacità economiche dei genitori.
Se il genitore collocatario riceve l’assegno unico, è possibile che il giudice riduca l'importo dell’assegno di mantenimento, poiché l’assegno unico rappresenta già un sostegno diretto per le necessità del minore. In altre parole, la percezione dell'assegno unico da parte di uno dei genitori potrebbe ridurre la necessità di ulteriori contributi economici da parte dell'altro genitore, specialmente se l'assegno unico è stato attribuito interamente al genitore con l'affido esclusivo o collocatario.
Tuttavia, la decisione su quanto ridurre l'assegno di mantenimento dipende dalle specifiche circostanze di ciascun caso, come la situazione economica dei genitori e le effettive necessità del minore. In ogni caso, l’obiettivo principale è garantire che il minore riceva il supporto necessario, tenendo conto di tutte le risorse disponibili.
Assegno Unico Genitori Separati e Mantenimento: Un Confronto Necessario
Sebbene l’assegno unico e l’assegno di mantenimento abbiano obiettivi simili, cioè garantire il benessere del minore, le due misure non si sovrappongono del tutto e vengono gestite separatamente. L'assegno unico è un beneficio economico universale, che viene erogato a entrambi i genitori in base all'ISEE, e il suo scopo principale è quello di sostenere la genitorialità, anche per i genitori separati. L’assegno di mantenimento, invece, è una somma destinata a coprire le necessità quotidiane del figlio, che viene stabilita dal giudice in base alle condizioni economiche dei genitori.
Quando un genitore riceve l’assegno unico, questo viene utilizzato per coprire una parte delle spese necessarie per il benessere del minore. In alcuni casi, se l’assegno unico viene attribuito a uno solo dei genitori, il giudice può decidere di modificare l'importo dell'assegno di mantenimento, considerando che l'assegno unico rappresenta già un supporto economico importante. In altre parole, l'assegno unico può ridurre la necessità di un contributo separato, ma la decisione finale dipenderà sempre dalle circostanze specifiche del caso, tenendo presente l’obiettivo di garantire che il minore non venga privato di risorse necessarie per il suo mantenimento.
In sintesi, pur essendo due misure distinte, l’assegno unico e l'assegno di mantenimento sono strettamente legati nel determinare il livello di supporto economico che ciascun genitore deve fornire al figlio. La loro gestione dipenderà dalle decisioni del giudice, che dovrà valutare come combinare i benefici economici in modo che siano adeguati alle esigenze del minore.
Separazione Assegno Unico: dunque in conclusione a chi spetta?
In conclusione, la questione dell'assegno unico in caso di separazione o divorzio dipende in larga misura dalla tipologia di affidamento del minore e dagli accordi tra i genitori. Se l'affido è esclusivo, la legge è chiara nel prevedere che l'assegno spetti interamente al genitore affidatario, come stabilito dall’articolo 6, comma 4, del Decreto Legislativo n. 230/2021. In questo caso, il genitore che ha l'affido esclusivo ha il diritto di ricevere l'intero importo dell'assegno, senza bisogno di una divisione, poiché si assume la responsabilità principale per la cura quotidiana del minore.
In caso di affido condiviso, la situazione diventa più complessa. La norma prevede una divisione al 50% tra i genitori, ma la giurisprudenza e le circolari INPS (come la Circolare INPS n. 23/22) consentono al giudice di attribuire l'assegno interamente al genitore collocatario, ossia quello con cui il minore risiede stabilmente. La Corte di Cassazione, nella sentenza n. 4672 del 22 febbraio 2025, ha chiarito che il giudice può decidere di attribuire l'intero importo dell'assegno a uno solo dei genitori, qualora lo ritenga necessario per le esigenze pratiche del minore.
In sintesi, sebbene la normativa indichi una divisione equa dell’assegno in caso di affidamento condiviso, la discrezionalità del giudice consente di assegnare l'assegno al genitore che ha la responsabilità quotidiana del minore. Pertanto, l'assegno unico può essere attribuito interamente a uno dei genitori, anche in caso di affidamento condiviso, a seconda delle circostanze specifiche.