Separazione consensuale in Comune: chi può procedere a questa procedura?
La separazione consensuale in Comune è una modalità semplificata che permette ai coniugi di sciogliere il loro legame senza dover ricorrere al tribunale. Questa procedura è stata introdotta dal Decreto Legge n. 132/2014, convertito nella Legge n. 162/2014, con l'obiettivo di ridurre il carico della giustizia civile e offrire ai cittadini un'alternativa più rapida ed economica.
Tuttavia, non tutte le coppie possono accedere a questa possibilità. Per poter procedere con la separazione davanti all’Ufficiale di Stato Civile del Comune, devono essere soddisfatti i seguenti requisiti:
- Accordo consensuale tra i coniugi: entrambi devono essere d’accordo sulla separazione e sulle relative condizioni. In caso di disaccordo, sarà necessario rivolgersi al tribunale.
- Assenza di figli minori, portatori di handicap grave o non economicamente autosufficienti: se la coppia ha figli in queste condizioni, la separazione dovrà avvenire tramite negoziazione assistita da avvocati o con un procedimento giudiziale.
- Nessun trasferimento patrimoniale tra i coniugi: l’accordo non può contenere clausole che prevedano la cessione di beni o immobili. Se i coniugi desiderano regolare questioni patrimoniali, sarà necessario stipulare atti separati davanti a un notaio o ricorrere alla negoziazione assistita.
- Il matrimonio deve essere stato celebrato o trascritto in Italia: la procedura è disponibile solo per i matrimoni registrati in Italia, indipendentemente dalla cittadinanza dei coniugi.
- Separazione con negoziazione assistita da avvocati, una procedura extragiudiziale più rapida rispetto al tribunale.
- Separazione davanti al giudice, obbligatoria se ci sono questioni patrimoniali o figli minori da tutelare.
Cosa accade se ci sono figli maggiorenni o minorenni?
La presenza di figli può influire sulla possibilità di accedere alla separazione in Comune. La legge italiana impone restrizioni precise per garantire la tutela dei figli minorenni o non economicamente autosufficienti, anche se maggiorenni.
Figli minorenni: il Comune non è un’opzione
Se la coppia ha figli minori di 18 anni, la separazione in Comune non è possibile. In questo caso, l’accordo deve essere sottoposto all’esame del Tribunale per verificare che le condizioni stabilite dai genitori siano nel miglior interesse del minore.
Le alternative per i genitori con figli minorenni sono:
- Separazione giudiziale, se non c’è accordo tra i coniugi sulle condizioni della separazione.
- Negoziazione assistita da avvocati, che consente di raggiungere un accordo consensuale senza passare dal giudice, ma con il controllo del Pubblico Ministero.
Figli maggiorenni: si può procedere, ma con limitazioni
Se i coniugi hanno figli maggiorenni, la separazione in Comune è possibile, ma solo se i figli sono autosufficienti dal punto di vista economico.
Se, invece, i figli maggiorenni:
- Non hanno un reddito autonomo e dipendono economicamente dai genitori
- Sono portatori di handicap grave ai sensi della legge 104/1992
Come dimostrare l’indipendenza economica di un figlio maggiorenne?
Per poter accedere alla separazione in Comune, entrambi i coniugi devono dichiarare che i figli maggiorenni sono economicamente autonomi. Non esiste una soglia di reddito fissa stabilita per legge, ma in genere si considera autonomo un figlio che:
- Ha un lavoro stabile e continuativo
- Percepisce un reddito sufficiente a mantenersi autonomamente
- Non studia più a tempo pieno e non è in cerca di occupazione
La procedura: tempi, documenti e costi
La separazione in Comune segue un iter semplificato e rapido, pensato per ridurre i tempi e i costi rispetto a una separazione tradizionale in tribunale. Tuttavia, è necessario seguire precisi passaggi e presentare la documentazione richiesta per completare la procedura correttamente.
Tempi della separazione in Comune
Il procedimento prevede due incontri con l’Ufficiale di Stato Civile:
- Primo incontro: i coniugi firmano l’accordo di separazione davanti all’Ufficiale di Stato Civile.
- Secondo incontro (dopo almeno 30 giorni): entrambi i coniugi devono confermare l’accordo. Solo dopo questa conferma la separazione diventa effettiva.
Per il divorzio, invece, si devono rispettare i tempi minimi di legge:
- 6 mesi di separazione consensuale prima di poter chiedere il divorzio.
- 12 mesi di separazione giudiziale se la separazione iniziale è stata contestata.
Per avviare la procedura, i coniugi devono presentare i seguenti documenti:
✅ Documento di identità di entrambi i coniugi.
✅ Certificato di matrimonio rilasciato dal Comune in cui è stato celebrato o trascritto.
✅ Dichiarazione sostitutiva di certificazione che attesti l’assenza di figli minori, non autosufficienti o con disabilità grave.
Alcuni Comuni potrebbero richiedere ulteriori documenti, quindi è sempre consigliabile informarsi presso l’ufficio di Stato Civile del proprio Comune di residenza.
Quanto costa la separazione in Comune?
Uno dei vantaggi principali della separazione in Comune è il basso costo della procedura. L’unico onere previsto è il pagamento di un diritto fisso di 16 euro, corrispondente all’imposta di bollo.
Possibili costi aggiuntivi:
- Se i coniugi scelgono di farsi assistere da un avvocato (pur non essendo obbligatorio), dovranno sostenere il costo della consulenza legale.
- Eventuali certificati richiesti dal Comune potrebbero avere un costo variabile.
Separazione in Comune: contenuto dell’accordo consensuale
Per procedere con la separazione in Comune, i coniugi devono raggiungere un accordo consensuale su alcuni aspetti fondamentali della loro separazione. Anche se la procedura è semplificata rispetto a quella in tribunale, è comunque necessario formalizzare alcune decisioni che riguardano la vita futura di entrambi.
Cosa deve contenere l’accordo di separazione?
L’accordo di separazione firmato davanti all’Ufficiale di Stato Civile deve includere:
- La volontà di separarsi da parte di entrambi i coniugi.
- L'assenza di trasferimenti patrimoniali, poiché in Comune non è possibile stabilire la divisione di beni o immobili.
- L'eventuale obbligo di versamento di un assegno periodico da un coniuge all’altro (che può essere previsto anche nella separazione in Comune).
- La conferma dell’assenza di figli minori o non autosufficienti, requisito fondamentale per poter usufruire di questa procedura.
A differenza delle separazioni effettuate tramite tribunale o negoziazione assistita, l’accordo firmato in Comune non può contenere:
- Clausole patrimoniali, come la divisione della casa coniugale o il trasferimento di proprietà di beni immobili.
- Disposizioni riguardanti i figli minorenni o economicamente non autonomi, come affidamento e mantenimento.
- Accordi su somme di denaro rilevanti o su eredità future.
Quando l’accordo viene rifiutato?
Nonostante la semplicità della procedura, l’Ufficiale di Stato Civile può rifiutare la registrazione dell’accordo se:
- Non vengono rispettati i requisiti legali (es. presenza di figli minori o trasferimenti patrimoniali).
- Uno dei due coniugi non si presenta alla seconda firma, che è obbligatoria per rendere effettiva la separazione.
- L’accordo non è chiaro o è ritenuto non conforme alla legge.
Separarsi senza un avvocato: è davvero conveniente?
Una delle principali attrattive della separazione in Comune è la possibilità di procedere senza l’assistenza di un avvocato, riducendo così i costi e semplificando l’iter burocratico. Tuttavia, questa scelta non è sempre vantaggiosa e presenta alcune limitazioni da considerare attentamente prima di decidere di procedere in autonomia.
Quando è possibile separarsi senza avvocato?
I coniugi possono separarsi senza avvocato solo se soddisfano determinati requisiti, ovvero:
✅ Accordo totale sulla separazione e sulle condizioni della stessa.
✅ Nessuna presenza di figli minori o non autosufficienti.
✅ Assenza di trasferimenti patrimoniali o questioni economiche complesse.
Se anche una sola di queste condizioni non è soddisfatta, sarà necessario rivolgersi a un avvocato e seguire un’altra procedura, come la negoziazione assistita o il ricorso al tribunale.
I vantaggi della separazione senza avvocato
✅ Risparmio economico: la separazione in Comune ha un costo fisso di soli 16 euro, mentre il costo di un avvocato può variare in base alla complessità del caso.
✅ Procedura più veloce: evitando il coinvolgimento di legali e tribunali, si riducono notevolmente i tempi della separazione.
✅ Minore stress burocratico: i coniugi devono solo presentarsi in Comune con i documenti richiesti e firmare l’accordo.
I rischi di una separazione senza avvocato
⚠ Possibili errori nella redazione dell’accordo: anche se la procedura è semplificata, è importante che l’accordo sia chiaro e conforme alla legge per evitare problemi futuri.
⚠ Difficoltà nella gestione degli aspetti economici: senza una consulenza legale, i coniugi potrebbero non regolamentare adeguatamente questioni economiche importanti, come il mantenimento o la suddivisione delle spese.
⚠ Rischio di decisioni affrettate: la separazione è un passo importante e prendere decisioni senza una guida legale può portare a ripensamenti o conseguenze indesiderate nel tempo.
Quando è consigliabile consultare un avvocato?
Anche se la separazione in Comune permette di procedere senza assistenza legale, è sempre consigliabile consultare un avvocato nei seguenti casi:
- Se ci sono dubbi sulla divisione del patrimonio o sul diritto al mantenimento.
- Se la separazione è consensuale ma c’è il rischio di futuri conflitti.
- Se si vogliono chiarire le conseguenze legali della separazione, soprattutto in termini di eredità o diritti successori.
Divorzio in Comune: quando si può chiedere?
Dopo la separazione, i coniugi possono decidere di sciogliere definitivamente il vincolo matrimoniale attraverso il divorzio. Anche in questo caso, la legge prevede una procedura semplificata che può essere svolta in Comune, ma solo se vengono rispettate alcune condizioni.
Requisiti per ottenere il divorzio in Comune
Per poter richiedere il divorzio in Comune, è necessario che:
✅ Siano trascorsi almeno 6 mesi dalla separazione consensuale o 12 mesi dalla separazione giudiziale.
✅ Non ci siano figli minorenni, disabili gravi o economicamente non autosufficienti.
✅ Non siano presenti accordi patrimoniali o trasferimenti di beni tra i coniugi.
Se anche uno di questi requisiti non è rispettato, sarà necessario ricorrere alla negoziazione assistita con avvocati o al giudice del tribunale.
Come funziona la procedura di divorzio in Comune?
Il divorzio in Comune segue un iter simile alla separazione:
1️⃣ Primo appuntamento: i coniugi si presentano all’Ufficiale di Stato Civile e firmano l’accordo di divorzio.
2️⃣ Periodo di riflessione: è previsto un termine minimo di 30 giorni prima della conferma definitiva.
3️⃣ Secondo appuntamento: entrambi i coniugi devono confermare l’accordo. Dopo questa conferma, il divorzio diventa effettivo.
Se uno dei due coniugi non si presenta al secondo appuntamento, la procedura decade e sarà necessario ripetere l’intero iter.
Quanto costa il divorzio in Comune?
Anche in questo caso, il costo è molto contenuto:
💰 16 euro di diritto fisso da versare al Comune.
💰 Nessuna spesa per avvocati (se non richiesta assistenza legale).
Tuttavia, se si hanno dubbi sugli aspetti economici del divorzio o sulla possibilità di richiedere un mantenimento, è consigliabile chiedere una consulenza legale prima di procedere.
Divorzio in Comune e nuove nozze: quando è possibile risposarsi?
Una volta ottenuto il divorzio, i coniugi possono risposarsi immediatamente, senza dover attendere ulteriori periodi di tempo. L’unico obbligo è attendere la registrazione ufficiale dell’atto di divorzio da parte del Comune.
Qual è il contenuto del divorzio consensuale in Comune?
Quando i coniugi decidono di procedere con il divorzio in Comune, devono sottoscrivere un accordo consensuale che sancisce la fine del loro matrimonio. Tuttavia, questa procedura prevede alcune limitazioni rispetto al divorzio ottenuto tramite negoziazione assistita o giudiziale.
Cosa deve contenere l’accordo di divorzio?
L’accordo di divorzio consensuale in Comune deve includere:
✅ La volontà di entrambi i coniugi di sciogliere il matrimonio definitivamente.
✅ L’assenza di patti patrimoniali: l’accordo non può contenere la divisione di beni o il trasferimento di proprietà.
✅ L’eventuale obbligo di pagamento di un assegno periodico, se concordato tra i coniugi (es. mantenimento per il coniuge economicamente più debole).
✅ La dichiarazione che non vi sono figli minori o non autosufficienti, condizione necessaria per accedere alla procedura semplificata.
Cosa non può essere inserito nell’accordo?
La legge vieta di includere nell’accordo di divorzio in Comune le seguenti disposizioni:
❌ Assegnazione della casa coniugale: se uno dei coniugi vuole rimanere nella casa familiare, la questione deve essere regolata tramite un atto separato o con un accordo davanti al tribunale.
❌ Divisione di beni patrimoniali: qualsiasi trasferimento di proprietà (immobili, aziende, conti bancari) deve essere formalizzato separatamente da un notaio.
❌ Decisioni relative ai figli minori o economicamente dipendenti: se la coppia ha figli che necessitano ancora di sostegno economico, il divorzio dovrà essere formalizzato con l’intervento del tribunale.
È possibile prevedere un mantenimento per il coniuge?
Sì, l’accordo di divorzio può includere l’impegno di uno dei due coniugi a versare un assegno di mantenimento all’altro. Tuttavia, non può essere stabilito il trasferimento di somme rilevanti o la divisione di proprietà, che devono essere trattate separatamente.
Quando l’accordo può essere rifiutato?
L’Ufficiale di Stato Civile può non accettare l’accordo se:
- Non rispetta i requisiti previsti dalla legge.
- Contiene clausole non ammissibili, come patti patrimoniali o decisioni sui figli.
- Uno dei coniugi non si presenta alla conferma dell’accordo, rendendo nullo il procedimento.
Rischi e svantaggi da considerare prima di scegliere i divorzi in Comune
Il divorzio in Comune è una procedura rapida ed economica, ma non sempre rappresenta la scelta migliore. Prima di optare per questa soluzione, è fondamentale valutare i possibili rischi e le limitazioni imposte dalla legge.
1. Non è possibile stabilire accordi patrimoniali
Uno dei principali svantaggi del divorzio in Comune è che non permette di regolare la divisione dei beni.
❌ Non si può assegnare la casa coniugale nell’accordo di divorzio.
❌ Non è possibile prevedere la divisione del patrimonio comune (immobili, conti correnti, aziende, ecc.).
❌ Non si possono inserire obblighi di liquidazione tra i coniugi.
Se i coniugi desiderano formalizzare la divisione del patrimonio, sarà necessario ricorrere a un notaio o a un accordo separato tramite avvocati.
2. Non è adatto alle coppie con figli minori o non autosufficienti
Il divorzio in Comune è possibile solo se non ci sono figli minori, disabili o economicamente dipendenti. Se la coppia ha figli in queste condizioni, l’accordo deve essere sottoposto al vaglio del Tribunale per garantire la tutela dei loro diritti.
Questo perché il Comune non ha il potere di decidere sull’affidamento, sul mantenimento o sulle spese straordinarie per i figli.
3. Può essere difficile gestire la separazione senza assistenza legale
Anche se il divorzio in Comune permette di procedere senza un avvocato, questo può rappresentare un rischio:
⚠ Si potrebbero commettere errori nell’accordo che rendono necessario un nuovo procedimento.
⚠ I coniugi potrebbero non essere consapevoli dei loro diritti e doveri, specialmente in merito al mantenimento.
⚠ Un accordo non ben strutturato potrebbe creare problemi futuri, portando a conflitti e contenziosi successivi.
Se c’è anche solo un minimo dubbio su aspetti economici o legali, è sempre consigliabile consultare un avvocato prima di procedere.
4. Il ripensamento di un coniuge può bloccare tutto
La legge prevede che l’accordo di divorzio in Comune debba essere confermato dopo almeno 30 giorni dalla prima firma. Questo periodo serve a garantire ai coniugi il tempo di riflettere sulla decisione.
Tuttavia, se uno dei due coniugi cambia idea e non si presenta alla seconda firma, l’intera procedura decade e si dovrà ripartire da capo. Questo può portare a ritardi e incertezze per chi desidera concludere il matrimonio il prima possibile.
5. Non sempre è la soluzione più veloce
Anche se la separazione e il divorzio in Comune sono generalmente più rapidi rispetto alla procedura giudiziale, alcuni fattori possono allungare i tempi:
⏳ Tempi di attesa per gli appuntamenti in Comune, che variano a seconda della città.
⏳ Il termine di 30 giorni tra la prima e la seconda firma, che è obbligatorio.
⏳ Possibili intoppi burocratici, come richieste di documenti aggiuntivi o verifica dei requisiti.
Se l’obiettivo è ottenere il divorzio nel minor tempo possibile, in alcuni casi la negoziazione assistita da avvocati può risultare più efficace.
Conclusioni: separazione e divorzio consensuale sono la scelta giusta?
La separazione e il divorzio consensuale in Comune rappresentano una soluzione rapida, semplice ed economica per i coniugi che vogliono sciogliere il loro matrimonio senza dover affrontare le lungaggini di un procedimento giudiziario. Tuttavia, non sempre questa procedura è la più adatta, e prima di scegliere questa strada è importante valutare attentamente i pro e i contro.
Quando conviene scegliere la separazione o il divorzio in Comune?
✅ Se i coniugi sono d’accordo su tutto: non ci devono essere conflitti sulle condizioni della separazione o del divorzio.
✅ Se non ci sono figli minori o economicamente non autosufficienti: la legge impone che in questi casi la separazione o il divorzio debbano avvenire con l’intervento del Tribunale.
✅ Se non vi sono beni patrimoniali da dividere: il Comune non ha competenza su trasferimenti di proprietà o divisione di beni.
✅ Se si vuole risparmiare tempo e denaro: il costo è di soli 16 euro e la procedura è relativamente veloce.
Quando è meglio valutare altre alternative?
⚠ Se ci sono figli da tutelare: in presenza di figli minori o economicamente dipendenti, l’unica opzione è la separazione o il divorzio in Tribunale o tramite negoziazione assistita.
⚠ Se bisogna regolare questioni economiche: il divorzio in Comune non permette di disciplinare la divisione di beni, il mantenimento dei figli o altri aspetti patrimoniali rilevanti.
⚠ Se ci sono dubbi sui diritti e doveri di ciascun coniuge: un avvocato può aiutare a valutare tutte le implicazioni legali ed economiche della separazione.
⚠ Se c’è il rischio di ripensamenti: se uno dei due coniugi non si presenta alla seconda firma, il procedimento decade e bisogna ripetere tutto da capo.
L’importanza di una valutazione preventiva
Prima di scegliere la separazione o il divorzio in Comune, è fondamentale riflettere sulle conseguenze della decisione e valutare se questa procedura sia davvero la più adatta alla propria situazione. In caso di dubbi, una consulenza legale può aiutare a evitare problemi futuri e a prendere una decisione più consapevole.
La separazione e il divorzio in Comune sono un’opportunità vantaggiosa per molte coppie, ma non sono una soluzione universale. Prima di scegliere questa procedura, è essenziale verificare di avere tutti i requisiti richiesti dalla legge e valutare se si tratta della scelta migliore sia dal punto di vista legale che economico.
FAQ sul Divorzio e la Separazione Consensuale in Comune
- Cos’è la separazione in Comune?
La separazione in Comune è una procedura semplificata che permette ai coniugi di separarsi senza dover ricorrere al tribunale, a condizione che siano d’accordo e che non abbiano figli minorenni o economicamente non autosufficienti.
- Come si fa la separazione consensuale in Comune?
I coniugi devono presentarsi insieme all’Ufficiale di Stato Civile del Comune e dichiarare la loro volontà di separarsi. Dopo la firma del primo accordo, è necessario attendere almeno 30 giorni per la conferma definitiva.
- Cos’è il divorzio in Comune?
Il divorzio in Comune è una procedura che permette ai coniugi di sciogliere definitivamente il matrimonio senza passare per il tribunale, purché non vi siano figli minori o economicamente non autosufficienti e non vi siano questioni patrimoniali da regolare.
- Quando si può fare il divorzio consensuale in Comune?
Il divorzio consensuale in Comune può essere richiesto dopo almeno 6 mesi dalla separazione consensuale o 12 mesi dalla separazione giudiziale, sempre che non ci siano figli minori o altre situazioni che richiedano l’intervento del tribunale.
- Quanto costa la separazione o il divorzio in Comune?
Il costo della procedura è di 16 euro, corrispondenti al diritto fisso da versare al Comune. Non ci sono ulteriori spese obbligatorie, a meno che i coniugi non decidano di farsi assistere da un avvocato.
- Cosa succede se uno dei coniugi non si presenta alla conferma dell’accordo?
Se uno dei coniugi non si presenta al secondo appuntamento in Comune per confermare l’accordo di separazione o divorzio, la procedura decade e dovrà essere ripetuta dall’inizio.
- È possibile separarsi o divorziare in Comune con figli minori?
No, se ci sono figli minorenni o economicamente non autosufficienti, la separazione o il divorzio devono essere regolati con negoziazione assistita da avvocati o con un procedimento davanti al tribunale.
- Cosa non si può stabilire nella separazione o nel divorzio in Comune?
Non è possibile regolare la divisione dei beni, l’assegnazione della casa coniugale o qualsiasi trasferimento patrimoniale tra i coniugi. Se è necessario disciplinare questi aspetti, occorre ricorrere a un atto notarile o a un accordo in tribunale.