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Sentenza Cassazione Sezioni Unite Maternità Surrogata: cosa indica?

26 maggio 2023

Sentenza Cassazione Sezioni Unite Maternità Surrogata: con la sentenza 38162 del 30 dicembre 2022 la Cassazione a Sezioni Unite si è espressa sulla questione della maternità surrogata, seppur limitatamente a un problema di riconoscimento di una decisione straniera.

Per questa sentenza della Cassazione, emessa dalle Sezioni Unite civili, il riconoscimento di un provvedimento estero che stabilisce un rapporto di parentela con il "genitore intenzionale" di un bambino nato da maternità surrogata è in contrasto con l'ordine pubblico. Per questa ragione, la decisione ha ritenuto che si tratta di un provvedimento straniero che non può essere automaticamente trascritto.

Ma vediamo cosa indica questa sentenza della Cassazione a Sezioni Unite sulla Maternità Surrogata

Sentenza Cassazione Sezioni Unite Maternità Surrogata
Sentenza Cassazione Sezioni Unite Maternità Surrogata

Il principio di diritto espresso dalla sentenza della Cassazione a Sezioni Unite sulla Maternità Surrogata

Partiamo dalla fine: cosa indica la sentenza della Cassazione a Sezioni Unite sulla Maternità Surrogata?

Rinviando alla successiva trattazione per le motivazioni, questo il principio di diritto contenuto nella sentenza:

“Poiché la pratica della maternità surrogata, quali che siano le modalità della condotta e gli scopi perseguiti, offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane, non è automaticamente trascrivibile il provvedimento giudiziario straniero, e a fortiori l'originario atto di nascita, che indichi quale genitore del bambino il genitore d'intenzione, che insieme al padre biologico ne ha voluto la nascita ricorrendo alla surrogazione nel Paese estero, sia pure in conformità della lex loci.

Nondimeno, anche il bambino nato da maternità surrogata ha un diritto fondamentale al riconoscimento, anche giuridico, del legame sorto in forza del rapporto affettivo instaurato e vissuto con colui che ha condiviso il disegno genitoriale. L'ineludibile esigenza di assicurare al bambino nato da maternità surrogata gli stessi diritti degli altri bambini nati in condizioni diverse è garantita attraverso l'adozione in casi particolari, ai sensi della L. n. 184 del 1983, art. 44, comma 1, lett. d). Allo stato dell'evoluzione dell'ordinamento, l'adozione rappresenta lo strumento che consente di dare riconoscimento giuridico, con il conseguimento dello status di figlio, al legame di fatto con il partner del genitore genetico che ha condiviso il disegno procreativo e ha concorso nel prendersi cura del bambino sin dal momento della nascita".

Dunque, in estrema stintesi, per la sentenza della Cassazione a Sezioni Unite sulla Maternità Surrogata il ruolo del genitore intenzionale non può derivare dalla trascrizione nel nostro paese di atti di nascita stranieri o di provvedimenti stranieri. La tutela e il riconoscimento di tale genitore possono avvenire solo attraverso la adozione prevista per i casi particolari.

Sezioni Unite Maternità Surrogata: il contesto del caso esaminato.

La questione di fatto in merito alla quale la sentenza della Cassazione a Sezioni Unite sulla Maternità Surrogata si è espressa è nella sostanza la seguente:

  • il contenzioso in questione riguarda un bambino nato all'estero attraverso la maternità surrogata. Nell'ambito di un accordo procreativo da parte di una coppia di uomini, uno di loro ha fornito il proprio seme per la fecondazione in vitro con l'ovulo di una donatrice. L'embrione è stato poi impiantato in una donna, non anonima, che ha portato a termine la gravidanza e ha dato alla luce il bambino. Entrambi gli uomini sono cittadini italiani e si sono sposati in Canada, con l'unione trascritta in Italia nel registro delle unioni civili;
  • Il bambino, chiamato C.C., è nato in (Omissis). Quando è nato, l'atto di nascita canadese registrava solo il padre biologico, A.A., come genitore, senza menzionare il padre intenzionale, B.B., la madre surrogata, o la donatrice dell'ovulo. Tuttavia, la Corte Suprema della British Columbia ha accolto l'appello della coppia nel 2017, dichiarando che entrambi gli uomini dovrebbero essere riconosciuti come genitori del bambino e ordinando la conseguente modifica dell'atto di nascita in Canada.
  • A seguito di questa decisione della Corte Suprema della British Columbia, la coppia ha richiesto che l'atto di nascita del bambino fosse modificato anche in Italia, dove attualmente solo il padre biologico è riconosciuto come genitore. Tuttavia, l'ufficiale di stato civile italiano ha respinto la richiesta, sia perché esisteva già un atto di nascita registrato, sia a causa della mancanza di normative chiare e precedenti favorevoli nella giurisprudenza italiana.
La sentenza della Cassazione a Sezioni Unite sulla Maternità Surrogata è stata nella sostanza chiamata a decidere se fosse modificabile o meno l’atto di nascita anche in Italia. Dal profilo giuridico la questione su cui si esprime la sentenza della Cassazione a Sezioni Unite sulla Maternità Surrogata coinvolge il concetto di ordine pubblico, che può limitare l’ingresso in Italia di decisioni contrarie a questo principio.

Ma vediamo cosa indica la sentenza della Cassazione a Sezioni Unite sulla Maternità Surrogata e le sue motivazioni.

Sentenza Cassazione Maternità Surrogata: è lecita tale pratica in Italia?

La sentenza della Cassazione a Sezioni Unite sulla Maternità Surrogata ricorda che il problema in questione coinvolgente il riconoscimento di una decisione straniera nasca dal fatto che in Italia la maternità surrogata è vietata. Tale divieto talvolta spinge i genitori a recarsi all’estero in Stati dove questa pratica è possibile.

Il che poi pone in Italia la questione della maternità surrogata in via riflessa.

In particolare la sentenza della Cassazione a Sezioni Unite sulla Maternità Surrogata evidenzia gli aspetti che seguono:

  • La legge italiana proibisce espressamente la maternità surrogata. Un accordo in cui una donna si impegna a diventare incinta e a portare a termine una gravidanza per altri, rinunciando in anticipo ai "diritti" sul bambino che verrà alla luce, non è riconosciuto dalla legge italiana. Questa pratica è severamente proibita dalla legge n. 40 del 2004, articolo 12, comma 6, con la minaccia di pene penali per "chiunque, in qualsiasi modo", la "implementa, organizza o promuove".
  • Tuttavia, la richiesta di diventare genitori è spesso irresistibile. Nonostante la proibizione della maternità surrogata, molti continuano a cercare di diventare genitori. Infatti, la presenza di tale divieto in Italia incoraggia coloro che possono permetterselo a cercare la maternità surrogata all'estero, nei paesi che hanno legalizzato e regolamentato questo metodo di procreazione.
  • Il contesto internazionale è molto vario in merito alla legalità della maternità surrogata. Le diverse leggi internazionali mostrano una grande varietà di limiti e pene, che possono variare da una forte criminalizzazione a penalità limitate solo per la surrogazione commerciale, fino a sanzioni amministrative.
  • La liberalizzazione di questa pratica in alcuni paesi esteri, favorisce il cosiddetto "turismo procreativo" da parte dei cittadini italiani che vanno all'estero per conseguire, rispettando le leggi locali, ciò che in Italia è proibito. Coppie che affrontano problemi di infertilità o coppie dello stesso sesso che desiderano avere figli, vanno all'estero per realizzare il loro desiderio di genitorialità, che non possono realizzare in Italia.
  • Ogni volta che la maternità surrogata è praticata all'estero, si solleva la questione del riconoscimento in Italia dello status del bambino nato da questa pratica. Questo solleva il problema di riconoscere lo status di genitore acquisito all'estero attraverso leggi più liberali rispetto a quelle italiane sulla procreazione assistita.
In questo contesto, entra in gioco il concetto di ordine pubblico internazionale.

Sezioni Unite maternità surrogata: cosa indica la sentenza della Cassazione?

La questione all’esame della sentenza della Cassazione a Sezioni Unite sulla Maternità Surrogata viene nella sostanza sintetizzata in questo modo:

  • La questione in esame riguarda la fattibilità di riconoscere o meno un decreto giudiziario straniero che conferisce lo status di genitore anche al membro della coppia che ha deciso di utilizzare la maternità surrogata, nonostante non abbia fornito i propri gameti. Questo avviene in una situazione in cui la madre surrogata ha ribadito, dopo il parto, la sua decisione di non diventare madre e di riconoscere altre persone come genitori del bambino.
  • In altre parole, non si sta mettendo in dubbio il legame genitoriale con il padre biologico. Nel caso specifico, l'atto di nascita canadese originale, che elencava un solo genitore - il padre che ha fornito i suoi gameti per la maternità surrogata - è stato registrato nei registri di stato civile italiani.
  • La questione controversa riguarda la registrazione della co-genitorialità del padre intenzionale, che, insieme al padre biologico, ha voluto la nascita del bambino e ha fatto ricorso alla maternità surrogata in un paese straniero, in conformità con le leggi locali.

Cosa indica tale decisione sulla Maternità Surrogata?

La sentenza della Cassazione a Sezioni Unite sulla Maternità Surrogata ritiene che il divieto presente nel nostro Paese renda contrario al nostro ordine pubblico il riconoscimento di diverse soluzioni di altri paesi che vogliono essere portate nel nostro, ad esempio per le annotazioni sull’atto di nascita.

La sentenza della Cassazione a Sezioni Unite sulla Maternità Surrogata evidenzia infatti che:

  • Il Collegio nota che il nostro sistema legale proibisce tutte le forme di maternità surrogata, basandosi sul presupposto che solo un divieto così ampio possa prevenire efficacemente eventuali abusi e sfruttamento delle situazioni di vulnerabilità.
  • Di fronte a una scelta legislativa che protegge valori fondamentali, l'interprete non può escludere dall'applicazione dell'ordine pubblico internazionale specifiche forme di surrogazione che, nonostante siano proibite in Italia, non danneggerebbero, a causa del modo in cui sono praticate o degli obiettivi perseguiti, l'essenza del bene giuridico protetto.
  • Infatti, punendo in modo assoluto la maternità surrogata, indipendentemente dalle modalità con cui viene praticata o dagli scopi perseguiti, si tutela immediatamente la dignità della madre surrogata e si cerca di prevenire, seguendo il ragionamento della china scivolosa, possibili sviluppi estremi del fenomeno, rappresentati da inaccettabili forme di sfruttamento di donne in situazioni di necessità economica, vulnerabili e presumibilmente con limitate possibilità di scelta.
  • Pertanto, non è possibile per il giudice, nell'interpretazione della legge, escludere la violazione della dignità umana e, di conseguenza, il contrasto con l'ordine pubblico internazionale, nel caso in cui la pratica della maternità surrogata risulti da una scelta libera e consapevole della donna, indipendente da compensazioni economiche e revocabile fino alla nascita del bambino.

Le ragioni per la non trascrivibilità di provvedimenti stranieri per la sentenza di Cassazione

La sentenza della Cassazione a Sezioni Unite sulla Maternità Surrogata evidenzia che un provvedimento giudiziario straniero come quello di cui si è discusso in causa non è trascrivibile in Italia per tre diverse ragioni:

  • “In primo luogo, perchè nella non trascrivibilità si esprime la legittima finalità di disincentivare il ricorso alla pratica della maternità surrogata, che offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane, assecondando un'inaccettabile mercificazione del corpo, spesso a scapito delle donne maggiormente vulnerabili sul piano economico e sociale”;
  • “In secondo luogo, perchè va escluso che il desiderio di genitorialità, attraverso il ricorso alla procreazione medicalmente assistita lasciata alla autodeterminazione degli interessati, possa legittimare un presunto diritto alla genitorialità comprensivo non solo dell'an e del quando, ma anche del quomodo (Corte Cost., sentenza n. 79 del 2022). Non v'è nel sistema normativo un paradigma genitoriale fondato unicamente sulla volontà degli adulti di essere genitori e destinato a concorrere liberamente con quello naturalistico”.
  • “In terzo luogo, perchè il riconoscimento della genitorialità non può essere affidato ad uno strumento di carattere automatico. L'instaurazione della genitorialità e il giudizio sulla realizzazione del miglior interesse del minore non si coniugano con l'automatismo e con la presunzione, ma richiedono una valutazione di concretezza: quella valutazione di concretezza che postula il riscontro del preminente interesse del bambino a continuare, con la veste giuridica dello status, un rapporto di cura e di affettività che, già nei fatti, si atteggia a rapporto genitoriale. Una diversa soluzione porterebbe a fondare l'acquisto della genitorialità sulla sola scelta degli adulti, anzichè su una relazione affettiva già di fatto instaurata e consolidata”.

Maternità surrogata e Sezioni Unite: tutela attraverso l’adozione

La strada indicata dalla sentenza della Cassazione a Sezioni Unite sulla Maternità Surrogata per tutelare la situazione è quella dell’adozione.

Per la sentenza della Cassazione a Sezioni Unite sulla Maternità Surrogata:

  • La mancata trascrizione automatica della decisione giudiziaria straniera non cancella o attenua l'interesse superiore del bambino. Il nostro sistema legale riconosce e protegge le relazioni parentali non basate sulla genetica, ma derivanti dall'accoglienza o dal coinvolgimento in un progetto comune di genitorialità sociale.
  • L'adozione in casi particolari prende in considerazione l'interesse del minore a identificarsi come figlio di colui che ha una relazione affettiva con il suo genitore biologico. L'adozione in casi particolari non si basa solo sul consenso e non promuove automaticamente il semplice desiderio di genitorialità; piuttosto, mira a proteggere l'interesse del minore a ottenere un riconoscimento legale della sua relazione con la persona che, insieme al padre biologico, ha partecipato alla sua concezione e ha contribuito a instaurare quell'ambiente di vita comune necessario per la sua crescita e sviluppo, ovvero la famiglia.
  • L'adozione in casi particolari richiede un giudizio sul migliore interesse del bambino e una valutazione sull'idoneità dell'adottante. Il riconoscimento completo del legame di filiazione tra l'adottante e l'adottato richiede una verifica del suo rispetto dell'interesse del minore. Il riconoscimento della genitorialità è quindi legato a una verifica concreta della continuità del progetto genitoriale e dell'attuale cura del bambino.
  • La filiazione riguarda un aspetto fondamentale dell'identità stessa del minore. Per questa ragione, è fondamentale ricercare la migliore soluzione per l'interesse superiore del minore, anche nel caso della maternità surrogata.
  • Si è argomentato che l'interesse superiore del minore, non considerato in termini astratti ma valutato concretamente in relazione al principio di responsabilità, e quindi interpretato realisticamente alla luce della possibile necessità di mantenere le relazioni familiari effettive tra il minore e il genitore d'intenzione, deve necessariamente essere il criterio di riferimento per stabilire lo status giuridico del bambino nato da maternità surrogata. L'interesse superiore del minore può dar luogo a un vero e proprio rapporto di filiazione, ma questo deve basarsi su un corrispondente legame affettivo di natura familiare caratterizzato da concretezza e stabilità.
Per queste ragioni, in definitiva, la sentenza della Cassazione a Sezioni Unite sulla Maternità Surrogata indica che:

  • L'adozione in casi particolari è il meccanismo che consente a un bambino, nato da maternità surrogata come parte di un progetto di procreazione di una coppia dello stesso sesso, di mantenere, mediante il riconoscimento dello status di figlio, la relazione di affetto e cura già instaurata e consolidata con il partner del genitore biologico.
  • L'adozione in circostanze particolari è anche lo strumento volto a rafforzare, attraverso un riconoscimento legale, la relazione con il membro della coppia che non è genitore biologico e quindi non è considerato genitore secondo la legge italiana. Questo modello di accoglienza non è basato sulla genetica, ma sulla responsabilità derivante dal fatto di aver condiviso e realizzato un progetto di genitorialità comune.
  • Il sistema legale italiano mantiene ferma la proibizione della maternità surrogata e, senza voler promuovere questo metodo di procreazione, si astiene dall'uso di uno strumento automatico come la trascrizione, ma non ignora il bambino nato da tale pratica.
  • Il fondamento che giustifica l'istituzione del rapporto genitore-figlio non è l'intenzione di essere genitore, ma la condivisione del progetto genitoriale seguita da un affetto e cura costanti; inoltre, la decisione del giudice richiede un'analisi del miglior interesse del bambino e un controllo concreto della idoneità del genitore richiedente.