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Maternità surrogata: definizione, significato e il nuovo delitto universale

13 febbraio 2025

Cosa significa maternità surrogata? La maternità surrogata è una pratica che consente a una coppia o a un individuo di avere un figlio con l’aiuto di una donna, chiamata madre surrogata, che porta avanti la gravidanza per conto dei genitori intenzionali. Questa tecnica è utilizzata principalmente in caso di infertilità, per coppie omosessuali maschili o per persone single che desiderano avere un figlio biologico.Dal punto di vista legale, la maternità surrogata è vietata in Italia, dove la legge stabilisce sanzioni per chiunque la realizzi, organizzi o pubblicizzi. Con la recente modifica normativa del 2024, il reato è stato trasformato in delitto universale, il che significa che anche chi ricorre alla maternità surrogata all’estero può essere perseguito penalmente secondo la legge italiana. Questo inasprimento legislativo ha riacceso il dibattito sulla pratica, ponendo questioni etiche e giuridiche sulla libertà di scelta dei genitori intenzionali e sulla tutela della dignità della donna gestante.La definizione di maternità surrogata comprende due principali tipologie: la Maternità surrogata tradizionale, in cui la madre surrogata è anche la madre biologica del bambino perché fornisce il proprio ovulo; la Maternità surrogata gestazionale, in cui la gestante non ha alcun legame genetico con il bambino, poiché l’embrione è creato con i gameti dei genitori intenzionali o di donatori.

Sentenza Cassazione Sezioni Unite Maternità Surrogata
Sentenza Cassazione Sezioni Unite Maternità Surrogata

Maternità surrogata: cosa significa?

La maternità surrogata è una pratica attraverso la quale una donna, chiamata madre surrogata o gestante per altri, porta avanti una gravidanza per conto di una coppia o di un individuo che, per vari motivi, non può avere figli in modo naturale. Al termine della gestazione, il neonato viene affidato ai cosiddetti genitori intenzionali, ovvero coloro che hanno richiesto e organizzato il percorso di maternità surrogata.

Questa pratica si è sviluppata principalmente come soluzione per le coppie infertili, per le coppie omosessuali maschili o per le persone single che desiderano avere un figlio biologico. Tuttavia, la maternità surrogata è un tema controverso, che solleva questioni etiche, giuridiche e mediche, poiché coinvolge la tutela della donna che porta avanti la gravidanza, i diritti del bambino e il riconoscimento legale della genitorialità.

A livello globale, la regolamentazione della maternità surrogata varia notevolmente da Paese a Paese. Alcuni Stati ne consentono la pratica con precise limitazioni, altri la vietano completamente, mentre in alcune giurisdizioni esiste un vuoto normativo che crea incertezze legali per tutte le parti coinvolte.

La definizione di maternità surrogata

Dal punto di vista giuridico e medico, la maternità surrogata può essere definita come un accordo in base al quale una donna si impegna a portare a termine una gravidanza per conto di altri, con o senza un compenso economico.

Esistono due principali tipologie di maternità surrogata:

  • Maternità surrogata tradizionale (o parziale): la madre surrogata fornisce il proprio ovulo e viene fecondata artificialmente con il seme del padre intenzionale o di un donatore. In questo caso, la gestante ha un legame genetico con il bambino.
  • Maternità surrogata gestazionale (o completa): l’embrione è creato attraverso la fecondazione in vitro (FIVET) utilizzando il materiale genetico dei genitori intenzionali (o di donatori) e viene impiantato nell’utero della madre surrogata, che non ha alcun legame genetico con il bambino.
La seconda forma è la più utilizzata nei Paesi che regolamentano la maternità surrogata, poiché elimina ogni legame biologico tra la gestante e il nascituro, riducendo il rischio di conflitti legali legati alla maternità.

Dal punto di vista normativo, la maternità surrogata è classificata in:

  • Maternità surrogata altruistica: la gestante non riceve alcun compenso, ma solo il rimborso delle spese mediche e delle eventuali perdite economiche derivanti dalla gravidanza.
  • Maternità surrogata commerciale: la madre surrogata riceve un pagamento per il servizio prestato, oltre al rimborso delle spese. Questa forma è oggetto di maggiori critiche etiche e giuridiche, poiché viene vista come una forma di "mercificazione" della gravidanza.
Nonostante le differenze nelle definizioni e nelle modalità di esecuzione, la maternità surrogata solleva interrogativi sulla tutela delle madri surrogate, la protezione dei diritti del bambino e il riconoscimento della genitorialità nei diversi ordinamenti giuridici.

Maternità surrogata delitto universale: cosa prevede la legge?

La maternità surrogata è considerata un reato in Italia, e la sua repressione ha assunto una portata ancora più ampia con la recente modifica normativa introdotta dalla Legge 169 del 2024, che ha trasformato questo reato in delitto universale.

Il comma 6 dell’articolo 12 della Legge 19 febbraio 2004, n. 40, come modificato nel 2024, prevede che:

“Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro. Se i fatti di cui al periodo precedente, con riferimento alla surrogazione di maternità, sono commessi all'estero, il cittadino italiano è punito secondo la legge italiana.”

Cosa significa "delitto universale" ?

Con la nuova formulazione, il reato di maternità surrogata non è più limitato ai fatti commessi sul territorio italiano, ma si applica anche se il cittadino italiano ricorre alla maternità surrogata all’estero, dove questa pratica potrebbe essere legale. Questo implica che:

  • I cittadini italiani che si recano in Paesi in cui la maternità surrogata è consentita (come Stati Uniti, Canada, Grecia o Ucraina) possono essere perseguiti penalmente al loro rientro in Italia.
  • Non è necessario che il reato sia commesso in Italia affinché scattino le sanzioni: il cittadino italiano è soggetto alla legge italiana indipendentemente dal luogo in cui ha avuto luogo la pratica.
Il concetto di “universalità” consente l’applicazione della legge italiana senza bisogno di verificare la compatibilità con le leggi straniere.

Conseguenze giuridiche e criticità della norma

L’introduzione della punibilità universale ha generato un forte dibattito giuridico e politico, in quanto:

  • Si contrappone alle legislazioni di altri Paesi, dove la maternità surrogata è regolamentata e riconosciuta.
  • Può creare problemi di riconoscimento dei figli nati all’estero, poiché i genitori intenzionali rischiano sanzioni penali se cercano di trascrivere in Italia gli atti di nascita dei bambini nati tramite surrogazione.
  • Rende più difficile l’accesso alla genitorialità per alcune categorie di persone, come coppie infertili e coppie omosessuali, che potrebbero trovarsi senza alternative legali per avere figli biologici.
Con questa modifica, l’Italia si allinea a un approccio particolarmente restrittivo, considerando la maternità surrogata alla stregua di un crimine internazionale, punibile ovunque venga commesso. Tuttavia, questa scelta normativa potrebbe essere oggetto di ricorsi giuridici, soprattutto in relazione ai diritti dei minori nati tramite questa pratica.

Le ragioni della scelta di un delitto universale per la maternità surrogata

L’introduzione della punibilità universale della maternità surrogata è stata giustificata dai suoi promotori come una misura necessaria per contrastare il fenomeno della mercificazione del corpo femminile e garantire la tutela dei diritti dei minori. Tuttavia, la norma ha suscitato un ampio dibattito, poiché presenta forti criticità giuridiche e applicative.

Secondo i sostenitori della riforma, la maternità surrogata, soprattutto nella sua forma commerciale, rischia di trasformarsi in un mercato del corpo femminile. In alcuni Paesi, la pratica è regolamentata con tutele per le madri surrogate, ma in altre realtà, soprattutto nei contesti economicamente svantaggiati, le donne possono essere spinte ad accettare la gestazione per altri per necessità economica, con il rischio di forme di sfruttamento.

Il legislatore italiano ha quindi deciso di adottare una linea particolarmente restrittiva, vietando la pratica anche se realizzata all’estero da cittadini italiani. L’obiettivo dichiarato è quello di impedire che le coppie italiane possano aggirare il divieto nazionale ricorrendo alla surrogazione in Stati dove questa è permessa, con il rischio di alimentare un mercato internazionale che potrebbe ledere la dignità delle donne coinvolte.

Un altro argomento avanzato a favore della norma è la tutela del minore, che, secondo i promotori del divieto, non dovrebbe essere oggetto di un accordo tra adulti che potrebbe ridurne la condizione a quella di "bene disponibile".

Conclusione

La maternità surrogata, pur essendo una pratica sempre più diffusa a livello internazionale, rimane un tema controverso, soprattutto in Italia, dove è vietata e ora perseguita anche se praticata all’estero. La trasformazione del reato in delitto universale rappresenta una scelta normativa rigida, finalizzata a contrastare la mercificazione del corpo femminile, ma che solleva forti dubbi sull’applicabilità della legge e sul riconoscimento dei diritti dei bambini nati da questa pratica. Il dibattito su questa tematica resta aperto, tra chi difende la libertà di scelta delle coppie e chi invoca una tutela assoluta della dignità della donna e del minore.