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La Separazione e il Conto Corrente Cointestato: Come funziona?

22 maggio 2023

Separazione conto corrente cointestato: non è inusuale che, all'interno di un matrimonio, i coniugi decidano di aprire un conto corrente cointestato per gestire insieme le entrate e le uscite finanziarie familiari. Tuttavia, quando il rapporto matrimoniale entra in crisi, il conto corrente condiviso può diventare un argomento di controversia. Il nodo della questione risiede spesso nella definizione dei diritti dei singoli su i fondi depositati sul conto condiviso. Questo articolo tratterà l'argomento della separazione e del conto corrente cointestato, esplorando come gestire questa situazione.

Separazione conto corrente cointestato
Separazione e conto corrente cointestato

La Separazione e il Conto Corrente Cointestato: Un Nodo Da Sciogliere

Separazione e rapporto bancario cointestato: è possibile che si creino ulteriori contrasti se uno dei due coniugi decide di prelevare la totalità o una parte del saldo del conto corrente condiviso subito prima o durante la fase di separazione.

Stabilire se esista o meno un diritto dei coniugi di usufruire del saldo disponibile sul conto corrente comune, e quindi quali siano le sorti dei fondi depositati, richiede la comprensione che generalmente si presume che il denaro su un conto cointestato sia di proprietà di entrambi i titolari in parti uguali.

Ciononostante, ogni coniuge ha l'opportunità di contestare questa presunzione, dimostrando che ha contribuito al saldo del conto in una misura superiore al 50% o addirittura in maniera esclusiva. Questa regola, però, non può essere valutata indipendentemente dalle disposizioni del regime patrimoniale scelto dai coniugi, poiché le conseguenze della separazione variano notevolmente a seconda che i coniugi abbiano optato per il regime della separazione dei beni o della comunione legale dei beni.

Regime Patrimoniale e Conto Corrente Cointestato: La Separazione dei Beni e la Comunione Legale

Se i coniugi hanno optato per la separazione dei beni, viene applicata la regola generale secondo cui si presume che ciascuno sia proprietario del 50% dei fondi depositati sul conto. Ciò può essere contestato se uno dei coniugi è in grado di dimostrare di aver contribuito in misura maggiore.

Tuttavia, la questione diventa più complicata nel caso in cui i coniugi siano sposati in regime di comunione legale dei beni. In questa circostanza, una volta sciolta la comunione, i fondi presenti sul conto cointestato devono essere divisi equamente tra i coniugi, a meno che non si possa dimostrare il contrario. Quest'ultima prova potrebbe comportare dimostrare che tutti o una parte dei fondi depositati appartengano esclusivamente a uno dei coniugi. Tuttavia, ciò può essere difficoltoso.

Mentre nella separazione dei beni, ciò che uno dei coniugi acquista durante il matrimonio rimane di sua proprietà esclusiva, nella comunione legale dei beni, i fondi potrebbero essere trattati diversamente, e sono suddivisi in tre categorie:

Fondi Comuni Immediati: In questo caso, i fondi diventano di proprietà comune non appena vengono depositati sul conto.

Fondi Comuni Residuali: Qui, i fondi diventano di proprietà comune solo se, al momento della dissoluzione della comunione, non sono stati ancora spesi. Questa categoria comprende spesso i risparmi.

Fondi Personalissimi: In questo caso, i fondi non diventano mai parte del patrimonio comune, nemmeno al momento della dissoluzione della comunione, a condizione che il coniuge possa dimostrare la proprietà esclusiva. Questo può includere denaro ricevuto tramite eredità, donazioni, o posseduto prima del matrimonio.

Pertanto, durante la divisione del saldo del conto corrente, è essenziale tenere conto di quale categoria ogni deposito appartenga e quando è stato effettuato il prelievo. Ciò determinerà se i fondi prelevati dal coniuge sono rimborsabili o meno.

Conto Cointestato e Regime di Separazione dei Beni

Al contrario, nel regime di separazione dei beni, qualora un coniuge prelevi una somma superiore alla quota che gli spetta, sarà tenuto a restituire la parte eccedente all'altro coniuge. Questo sottolinea l'importanza di tenere traccia delle contribuzioni personali al conto corrente condiviso.

Non è reato il furto tra coniugi

In ogni situazione sopra esaminata può capitare che un coniuge prelevi o disponga del denaro dell’altro coniuge: perché il denaro era tutto di un soggetto ma anche perché il denaro era di entrambi ma è stato so tratto solo da uno.

Cosa accade se un coniuge, magari proprio quando ci si avvicini alla separazione e la vita coniugale sia già intollerabile, prelevi o sposti o disponga del denaro dell’altro coniuge.

Dal profilo civilistico, vi è l’obbligo di restituire le somme non proprie al coniuge titolare dei diritti in questione.

Ma dal punto penalistico è interessante notare come questo furto non sia generalmente punibile penalmente.

Separazione e conto corrente cointestato: l'art. 649 del Codice Penale prevede due tipi di protezione per l'autore di alcuni reati contro il patrimonio commessi a danno di parenti, a seconda del grado di parentela: il primo comma prevede la non punibilità, mentre il secondo comma introduce un regime di perseguibilità solo su querela della persona offesa.

Questo articolo è particolarmente rilevante quando si tratta di reati contro il patrimonio che non implicano violenza, come furto, danneggiamento, truffa e appropriazione indebita.

Il presupposto di questa norma è un bilanciamento tra l'interesse dello Stato alla punizione e l'interesse della famiglia: in tali casi, l'interesse della famiglia, ritenuto prevalente rispetto all'interesse patrimoniale della persona offesa, viene posto al di sopra dell'interesse dello Stato alla punizione.

Tuttavia, questa protezione non si applica quando il reato commesso ha un contenuto offensivo che va oltre la sfera patrimoniale. L'articolo 649, comma 3, del Codice Penale esclude esplicitamente l'applicabilità dei primi due commi quando si tratta di reati di rapina, estorsione, sequestro a scopo di estorsione, o qualsiasi altro reato contro il patrimonio commesso con violenza alle persone.

Separazione conto corrente cointestato: quindi, in termini di prelevamento di fondi da un conto corrente cointestato, sembra che in base all'art. 649 del Codice Penale italiano, potrebbe non essere penalmente perseguibile a meno che non sia accompagnato da violenza o sia parte di un reato più grave come rapina o estorsione. Tuttavia, come detto, ciò non significa che non ci possano essere ripercussioni legali dato che, sul piano civilistico, se le somme utilizzate sono dell’altro coniuge, queste andranno restituite.

Separazione conto corrente cointestato: conclusione

Il conto corrente cointestato in una situazione di separazione può diventare un campo minato di dispute. Tuttavia, comprendendo le regole legali, i diversi regimi patrimoniali e le categorie dei fondi, è possibile gestire il processo in modo più fluido e senza intoppi. Ricordate, tuttavia, che queste sono solo linee guida generali e ogni situazione può avere le sue particolarità. Pertanto, è sempre consigliabile cercare un consulente legale in caso di dubbi o se ci si trova in questa situazione.